Né indignazione, né demagogia, tantomeno populismo verso la casta ‘e i suoi tanti se non troppi privilegi’ ma semplicemente una scelta “una presa di coscienza verso una situazione di crisi, un periodo storico segnato da forte instabilità. Il mio vuole essere un semplice segnale verso chi un lavoro ce l’aveva e lo ha perso e verso quanti un’occupazione non l’hanno mai trovata”. Dilemma politico-amministrativo risolto. Le voci, più o meno maligne, sono state messe a tacere. Il tema segretissimo della conferenza stampa indetta da Sabino Iafigliola per questa mattina aveva ingenerato una serie di ipotesi, di dicerie, di indiscrezioni: sul tavolo problemi interni al gruppo ‘Popolai per l’Italia’ e addirittura la possibilità di dimissioni dalla carica di presidente del Consiglio a Palazzo San Giorgio. Nulla di tutto ciò.
“Non era mia intenzione – spiega – creare suspense intorno a questo incontro, ma volevo essere io, in prima persona, a dare l’annuncio, ho preferito perciò mantenere il più stretto riserbo. Il dimezzamento dell’indennità spettante agli amministratori comunali – che se paragonata a quelle della Regione, non è poi così adeguata all’impegno che occorre per portare avanti il nostro lavoro – è stata una scelta davvero personale, meditata e sopratutto sentita. Una scelta non sofferta, frutto di un’assoluta convinzione e che vuole essere un segnale forte. Ne faccio anche una questione morale”.
Dal primo di aprile per il presidente del Consiglio comunale di Sabino Iafigliola metà stipendio dunque. In buona sostanza, essendo lui dipendente pubblico e avendo preso l’aspettativa ha percepito fino a pochi mesi fa 2.850 euro lordi. Che una volta tornato all’Asrem sono diventati 1.400 euro al mese (lordi), dimezzati saranno 700 euro (lordi): al netto oscilleranno tra i 400-500 euro. “Un rimborso spesa tra benzina e ticket per i parcheggi. I soldi che io non percepirò non sono stati finalizzati ad alcun obiettivo, ma finiranno semplicemente nelle case del Comune”.
