Piccoli passi, non sempre mossi in avanti. Qualcosa è stato fatto, molto c’è ancora da fare. Strada tutta in salita, sulla carta e nella vita. Le donne, le donne di ieri e quelle di oggi ritratte nel loro difficile lavoro al mercato coperto di Campobasso che è diventato una galleria d’arte dove mettere in mostra scatti di facce più o meno conosciute, di fruttivendole dietro ai loro banconi molti dei quali oggi completamente vuoti. Nello scheletro di una struttura, di una signora struttura, che un tempo è stata il cuore della socialità e del commercio e dove ora si fa fatica a riportare qualche voce. Un enorme involucro disegnato da Mandolesi che resta, suo malgrado, la memoria del centro campobassano, poco conta se dimenticato e poco frequentato. Nessuna polemica né facile strumentalizzazione: la mostra “Noi, utopia delle donne di ieri, memoria delle donne di domani”, è stata un mezzo per onorare quelle donne che nel mercato coperto hanno lavorato, ma anche la forza servita per portare avanti quelle battaglie condotte da tante ragazze in tutto il Paese e diventate un ‘abbraccio’ di grandi poster che hanno ridisegnato il perimetro del pianterreno dello spazio di via Monforte. Battaglie vinte e battaglie perse ricordate ieri mattina da due brave attrici: Barbara Petti e Bianca Mastromonaco che hanno restituito la voce a tante donne sempre in prima linea per la parità sociale, per il riconoscimento di piccoli e grandi diritti, donne che hanno lottato contro lo sfruttamento, il pregiudizio, sociale e politico. Un excursus storico sull’evoluzione del ‘gentil sesso’ anche attraverso la pubblicità e il costume che hanno accompagnato un faticoso cambiamento. L’esposizione, curata dal gruppo donnamostra che ha prodotto e sintetizzato le tappe fondamentali della rivoluzione, è stata realizzata dall’Associazione Culturale Vivian Maier in collaborazione con l’Associazione Culturale Progetto Comunicazione di Milano che l’hanno cucita addosso alla realtà di Campobasso. E ieri allo spettacolo delle due donne-attrici tra le donne ritratte anche una rappresentanza del Comune con il vicesindaco Bibiana Chierchia, e gli assessori Emma de Capoa e Salvatore Colagiovanni.
E chissà se la mostra sarà un primo passo verso la rinascita del mercato coperto, chissà se, come dice Fossati, “C’è un tempo d’aspetto… e qualcosa di buono verrà”.