I numeri del Molise sono da paura. La questione non è più solo economica. La dispersione idrica ha sì un costo, ma è altissimo anche il prezzo ‘morale’ che si paga quando dalla condotta idrica si perdono quintali e quintali di acqua, (e poi c’è la piaga degli allacci abusivi). Sul tema, delicatissimo, di cui si parla da anni nella speranza di trovare una soluzione, interviene il capogruppo dell’Udc Michele Ambrosio che ha preparato un’interpellanza chiedendo di correre ai ripari. “Il ‘sistema acquedotto’ del Comune di Campobasso fotografa una realtà urbana costituita da 600 Km di tubazioni, 1.910 pozzetti principali, 13 serbatoi (di cui 9 comunali e 4 di Molise acque) 15 reti indipendenti a servizio di un territorio di 56 km quadrati con 50mila abitanti residenti, con il 97% dell’acqua distribuita che proviene dall’acquedotto molisano destro di Molise acque (sorgenti del Biferno) e 29.231 punti di consegna all’utenza.
A fronte di un sistema complesso e articolato – spiega il consigliere del centrosinistra – la realtà registra anche un consumo idrico annuale, rilevato sulla scorta delle letture dei contatori, di circa 4milioni di metri cubi a fronte però di una fatturazione a Molise Acque per circa 10milioni di metri cubi per l’approvvigionamento della rete idrica cittadina, per un esborso di circa 2milioni di euro a carico delle casse comunali. Una differenza di circa 6milioni di metri cubi d’acqua ogni anno tra quella pagata all’azienda speciale regionale e quella registrata agli utenti tutta da spiegare, non solo per la sua perpetuazione negli anni, (rilevata anche dai vari rapporti ecosistema urbano di Legambiente) e che stante i dati, ipotizzerebbe una seconda Campobasso, una città fantasma che si approvvigiona di acqua a spese di quella reale. Ma la riflessione, oltre che di natura economica – sottolinea Ambrosio – è anche sul ‘valore’ dell’acqua, bene comune e prezioso che deve essere preservato anche in rapporto alle sempre maggiori necessità, non solo in ambito locale, ma mondiale, tenuto conto che tra poco meno di un decennio, in rapporto all’andamento demografico un terzo della popolazione non avrà accesso all’acqua potabile. Il tema verrà portato all’attenzione del Consiglio comunale con una specifica interpellanza che ho inteso presentare a riguardo e volta ad avere riscontri e risposte su tutti gli aspetti connessi, dalla dispersione ai controlli effettuati negli ultimi dieci anni, dai costi (in definitiva a carico dei cittadini) alla sistemazione ed efficientamento della rete idrica per i quali sarebbero sufficienti poco più di 3milioni di euro, l’equivalente di soli tre anni di risparmio tra approvvigionato e rilevato”.