È riuscito a recuperare 80mila euro un consumatore della provincia di Isernia che, assistito dagli avvocati De Benedittis di Campobasso, ha vinto la sua battaglia contro le banche. Con sentenza del 15 luglio 2015 la Corte di Appello di Campobasso ha condannato un istituto bancario a pagare ad un cliente la cifra che si aggira sugli 80mila euro. “L’indebito – spiegano gli avvocati De Benedittis – scaturiva dall’applicazione illegittima della clausola di capitalizzazione trimestrale di interessi, spese e commissioni inserita nei contratti di conto corrente dalle Banche. Chi ha ancora in essere – aggiungono – conti correnti aperti prima del 2000 può richiedere la restituzione di ingenti somme. Anche per i conti correnti estinti è possibile richiedere la restituzione di somme addebitate illegittimamente dalla Banca, purché non siano trascorsi 10 anni dalla estinzione e/o chiusura. Infatti tale è il termine di prescrizione per poter richiedere il maltolto. Importante è inviare una lettera raccomandata A.R. di costituzione in mora ed interruzione della prescrizione alla sede legale della Banca. Precisiamo, inoltre, che dal 1 gennaio 2014 l’anatocismo è fuorilegge nel nostro Paese anche se la norma, adottata con la legge di Stabilità del 2014, è rimasta sulla carta perché priva della prescritta delibera di attuazione del CICR. Risultato: il correntista che veda, sul proprio estratto conto, importi maggiorati sul calcolo degli interessi, può già fare ricorso al Giudice. È questa la sintesi di due ordinanze del Tribunale di Milano ed una sentenza del Tribunale di Biella che hanno impedito alle banche di applicare ‘gli interessi sugli interessi’ ai propri clienti. Tuttavia – continuano gli avvocati – la cancellazione di questa odiosa pratica bancaria, che per anni ha svuotato i portafogli dei cittadini, doveva fare un ulteriore passo per sparire: a tradurre in concreto la previsione normativa doveva essere il Cicr (Comitato Interministeriale per il Credito e Risparmio) che avrebbe dovuto riscrivere nuovamente le regole, prevedendo che gli interessi ‘periodicamente capitalizzati’ non potessero più produrre interessi ulteriori. Come sempre avviene in Italia, le norme ‘scomode’ vengono affossate dall’assenza di decreti e delibere attuative, in modo che quello che è stato stabilito in via generale e astratta dal Parlamento o dal Governo resti lettera morta, senza spiegare effetti pratici. Così si è tentato di fare per anni con l’anatocismo bancario. Ora, però, il Tribunale di Milano ed il Tribunale di Biella hanno detto che basta la semplice previsione di legge per defalcare le somme intimate dagli istituti di credito ai propri debitori: anche se il Comitato Interministeriale per il Credito e il Risparmio (Cicr) non ha ancora adottato la delibera richiesta per legge, l’anatocismo bancario è vietato dal primo gennaio 2014. Per maggiori informazioni è possibile rivolgersi a: studio legale Avv.ti Aldo e Carmine De Benedittis via G. Mazzini 40/B Campobasso tel. 0874-66599 e 0874 698473. E-Mail: aldo.de.benedittis@alice.it,oppure avv.debenedittis@tin.it—Adusbef onlus.