Ancora un altro incidente, sempre nello stesso incrocio, quello tra via San Giovanni dei Gelsi e Via delle Frasche, là dove da settimane i semafori sono spenti e dove la maggior parte degli automobilisti ignora ogni norma del Codice della strada. Nel giro di poco tempo tanti i tamponamenti e i frontali perché, almeno fino a ieri, in quel quadrivio regnava l’anarchia più assoluta, o meglio gli automobilisti erano stati abbandonati al loro senso di responsabilità. “Da oggi – dice invece l’assessore Salvatore Colagiovanni – i vigili presenzieranno per far rispettare la segnaletica tant’è che in un’ora sono state riscontrate ben 110 infrazioni.
Ci sarà anche il posto di blocco, ma se vogliamo evitare gli incidenti e dobbiamo chiedere l’intervento della Municipale, nessuno potrà lamentarsi se i vigili, che fanno semplicemente il loro lavoro, saranno fiscali e multeranno i trasgressori. Oggi in poco tempo ne abbiamo visto di tutti i colori: persone senza cintura di sicurezza, chi arrivando da via delle Frasche non ha rispettato il divieto di girare a sinistra e chi, invece di tenere le mani incollate al volante e prestare attenzione alle altre vetture, parlava tranquillamente al cellulare”. Insomma nell’incrocio degli scontri si cambia musica in attesa… pare che ci sarà ancora parecchio da aspettare… venga aggiustata la scheda necessaria per riaccendere i semafori. E intanto dopo le accuse al vetriolo di Ambrosio, su Fb attacca anche Luca Praitano dei Cinque Stelle: “Se le schede sono diventate arcaiche in Europa ci si dovrebbe chiedere il perché. Posto che rotatorie sono difficili da immaginare in quel punto a causa degli spazi, una diversa viabilità è possibile? E parlare addirittura di mobilità sarà azzardato? Oppure si ha intenzione di ripristinare i gabbiotti dei vigili come quelli di via Trivisonno? In una città in cui ‘urbanistica’ è una parola sconosciuta, dove distanze e sostenibilità, anche nelle nuove costruzioni, si piegano alle logiche degli speculatori, il traffico è per forza di cose condizionato. L’unico modo è ripensare tutta la mobilità e, nel frattempo, rivedere le precedenze e le direzioni perché l’alternativa è solo abbattere i palazzi”.