Una è stata venduta ai privati ‘per pochissimi soldi’ dissero allora i consiglieri comunali che fecero ferro e fuoco per bloccare l’alienazione. Dopo una lunga trattativa l’attività di via Calabria venne ceduta al miglior offerente mettendo la parola fine ad una diatriba lunghissima. Restano ora due farmacie comunali che attendono di essere ‘rimodulate’ anche attraverso un concorso per farmacisti. Intanto sul tema interviene Roberto Gravina ex candidato a sindaco e attualmente consigliere di opposizione dei Cinque Stelle. “Sul ruolo delle farmacie comunali ci siamo già espressi in campagna elettorale: rappresentano un importante presidio socio assistenziale di chiara utilità sociale in aree del territorio comunale non sempre appetibili dal privato e quindi potenzialmente escluse dal servizio farmaceutico.
Oggi – spiega Gravina – vorrei porre l’attenzione su quelle che definisco le contraddizioni di un sistema.
Parliamo della farmacia comunale 3, la farmacia sita in via Toscana, quartiere che conosco assai bene essendoci vissuto sin dall’adolescenza.
Dal 1983 la farmacia occupa locali di privati sebbene ormai da anni, il Comune detenga immobili di proprietà nella zona: a) la stessa via Toscana, nei locali ex Jovine; b) via Emilia con il mercato mai completato; c) via Marche, ex sede dei vigili urbani; d) via Friuli Venezia Giulia con lo sgorbio in cemento armato all’altezza della rotonda di via san Giovanni.
Questo ‘scherzetto’, nell’indifferenza generale – punta il dito Gravina – ci costa circa 17mila euro l’anno, di cui circa 9mila per i locali adibiti a sede farmaceutica (la restante quota grava sul bilancio nel capitolo del Sociale, visto che il locale è stato diviso ed adibito per scopi sociali).
Per queste ragioni, il prossimo 2 ottobre, discuteremo una interrogazione che intende chiarire le motivazioni in base alle quali continuiamo a pagare un canone di fitto senza trasferire la farmacia in locali di proprietà comunale. Sarebbero 9000 euro risparmiati. La farmacia deve restare nella zona, qualche ufficio magari no!
A conti fatti, da trenta e passa anni, con una media di 8mila euro annui, abbiamo speso ‘abbastanza’… è ora di risparmiare!”.