Ancora bordate sui principali autori del cartellone di Corpus Domini costato 227mila euro: gli assessori comunali Emma de Capoa e Salvatore Colagiovanni, la prima titolare della Cultura, il secondo delle Attività produttive. Ad ‘impallinarli’ è il consigliere di maggioranza Michele Ambrosio. Due le interpellanze protocollate a Palazzo San Giorgio dal capogruppo dell’Udc e destinate a scuotere il Municipio. Ambrosio affossa la de Capoa, di cui chiede la revoca della delega alla Cultura.
Le valutazioni sono al vetriolo: “Le doti politiche e amministrative degli assessori si esaltano in assenze di risorse, tutti sono capaci di spendere e spandere irresponsabilmente soprattutto se i soldi non sono propri”. Il giudizio è impietoso anche su altri aspetti: “Campobasso si è trasformata in una ‘bancarellopoli’ dimenticando il messaggio cristiano dei Misteri, e senza un fil rouge culturali”. E anche: “Abbiamo visto assessorati trasformati in Pro loco e gli assessori in agenti teatrali, con la regia occulta di qualche assessore nostalgico della delega passata”, l’affondo del consigliere Udc.
La goccia che ha fatto traboccare il vaso sono stati i 3mila euro spesi per lo spazio a pagamento su Repubblica. “Sono certo che l’assessore Colagiovanni non sarà da meno della collega de Capoa e, così come fatto dalla delegata alla Cultura che ha pagato di tasca propria i manifesti sul Corpus Domini sbagliati, anche il titolare delle attività produttive pagherà personalmente l’errore commesso con l’articolo sui Misteri comparso sulla Repubblica”.
Nemmeno la ‘Città dei Misteri: tra borghi e tradizioni’ organizzata dall’assessorato al Commercio per dare una vetrina a 24 Comuni si ‘salva’ dalle valutazioni tranchant del consigliere centrista. L’ultima bordata è per il sindaco: “L’iniziativa è sembrata piuttosto come un’operazione preelettorale per lanciare la candidatura di Antonio Battista a presidente della Provincia di Campobasso”.
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