Francesco Pilone e Marialaura Cancellario non ci stanno. E contestano l’ordine del giorno che arriverà venerdì al vaglio di Palazzo San Giorgio: “Apprendiamo con grandissimo stupore dell’iniziativa dei 3 consiglieri comunali di Giorgio, Columbro e de Bernardo supportati da Colagiovanni, Nagni e Parpiglia in merito al tentativo di intitolare l’attuale stadio Romagnoli ad altra figura al compianto Michele Scorrano. Ancora una volta ci troviamo a discutere di un tema ampiamente “sviscerato” e dibattuto che pensavamo fosse stato definitivamente archiviato alla luce degli atti comunali esistenti”. Vogliamo ricordare, per l’ennesima volta, che prima della approvazione della mozione del 2009 in Consiglio Comunale, richiamata nell’odg presentato dai colleghi, esiste agli atti una delibera di consiglio comunale che provvede ad intitolare lo stadio di Selvapiana all’eroe di guerra Romagnoli, corredata dalle comunicazioni fatte alla famiglia stessa, a firma dell’allora sindaco Gerardo Litterio, in merito al provvedimento effettuato. Fermo restando che i colleghi consiglieri comunali conoscono benissimo questa documentazione, la domanda che ci poniamo è come si possa continuare ad ostinarsi nel percorrere una strada che porterebbe a calpestare la storia della nostra città e che mortificherebbe la memoria di un eroe, campobassano, morto, lo ricordiamo, in difesa della patria. Ancora per molto bisognerà continuare a mettere in competizione i nomi di due persone che non ci sono più, scomparse purtroppo prematuramente, per motivazioni diverse? Riteniamo fortemente che Michele Scorrano debba avere un riconoscimento importantissimo nella nostra città, non solo per le note doti umane ma anche per il grandissimo lavoro svolto per la promozione e valorizzazione del calcio campobassano, ma questo riconoscimento, ripetiamo giusto e sacrosanto, non può andare a discapito di altre figure che hanno lasciato un segno indelebile sacrificando la propria vita in nome della salvaguardia dei valori che hanno ispirato la nascita della nostra gloriosa Repubblica”.
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