Per riqualificazione urbana non si intende solamente la sistemazione delle aree verdi, il rifacimento di strade o marciapiedi, o la ristrutturazione di palazzi. Restituire ‘decoro’ ad un area o un quartiere popolare significa soprattutto rendere la zona vivibile ricorrendo anche a strumenti non propriamente canonici, come ad esempio l’arte. E proprio in quest’ottica si inserisce il progetto dell’Associazione Malatesta, che dal 2011 è in prima linea per rendere Campobasso, e soprattutto il quartiere di San Giovanni dei Gelsi, un museo a cielo aperto. ‘Draw the Line’ è ormai una realtà consolidata, cresciuta grazie all’impegno e alla passione di ragazzi che hanno visto nella street art un mezzo non solo per creare coesione sociale, ma soprattutto per dare ‘lustro’ a zone della città che altrimenti rimarrebbero ‘dimenticate’. L’edizione del 2016 ha già preso il via qualche giorno fa con la realizzazione del’opera ‘La favola dell’avvoltoio ladro’, a firma del fiorentino Zed1 che ha interamente ricoperto la facciata di una palazzina di sei piani in via Marche. Una esplicita denuncia sociale contro il sistema bancario e finanziario, che raffigura un avvoltoio intento ad afferrare con i suoi artigli il salvadanaio di un uomo. La presentazione dell’opera al pubblico è stata anche l’occasione per illustrare l’edizione 2016 del festival che sui chiuderà il 20 settembre. “Si riparte con un progetto ambizioso – ha esordito Nino Carpenito dell’associazione Malatesta – che andrà ad interessare cinque palazzi del quartiere San Giovanni, tutti di proprietà dello Iacp, ed uno spazio di Ferrovie dello Stato , un muro di contenimento su via novelli. Quest’anno l’evento avrà superfici importanti di circa 210 mq dove si alterneranno artisti provenienti da quasi tutte le parti d’Italia e anche uno dalla Germania”. Grande la risposta dei cittadini, a quali l’associazione ha chiesto il ‘placet’ per l’evento. I residenti del quartiere e gli inquilini dei palazzi interessati dal restyling hanno sposato a pieno il progetto dei Malatesta, “segno evidente – hanno commentato gli organizzatori – che qualcosa sta cambiando”.
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Signori writers o come cavolo vi chiamate, ma davvero voi credete che riqualificazione sia sinonimo di una gettata di vernice? Gli edifici di San Giovanni dei Gelsi, del quartiere Cepp e di una parte di Colle dell’Orso hanno bisogno di interventi architettonici, non di qualche spennellata!
Al brutto ne aggiungiamo altro. Gli edifici di Campobasso hanno bisogno di una riqualificazione strutturale, non di disegni!
Fino al 20 settembre questo strazio? Ma con tanti problemi che attanagliano Campobasso si ha la sfacciataggine di anestetizzarsi con queste cose? Non ho parole…
Sono d’accordo. Facciamola finita con queste idiozie. Peccato che i campobassani siano un popolo di sonnolenti. Altrove ci si sarebbe sollevati contro l’inutile iniziativa, parlo per esperienza fatta.