Siamo in piena era digitale, eppure il consumo di carta non accenna a diminuire. L’ufficio è il luogo dove se ne usa in assoluto di più. In tutto il mondo si utilizza 1 milione di tonnellate di carta ogni giorno e circa il 93% di questa immensa quantità viene approvvigionata direttamente dal taglio di nuovi alberi e non dal suo riciclo. La carta, oltre a rappresentare la metà dei nostri rifiuti solidi urbani, rappresenta attraverso la sua industria il terzo settore produttivo che utilizza più energia ed acqua per produrre una tonnellata di prodotto rispetto a qualsiasi altra industria. Inoltre, questo processo di produzione è una delle cause principali di emissioni di gas a effetto serra nel mondo.
Insomma, è tempo di invertire la rotta. Non solo per salvaguardare l’ambiente, ma anche per evitare lo spreco di risorse pubbliche. Basti pensare a quanto spende il Comune di Campobasso per il servizio di gestione documentale e di produzione di pagine stampate attraverso la fornitura di software e di macchine fotocopiatrici, stampanti, fax e scanner. Nel 2019 dalle casse di Palazzo San Giorgio sono ‘usciti’ 19.678,66 euro, come si evince dalla determina dirigenziale numero 4076 del 23 dicembre scorso.
Il servizio è affidato dal 2015 alla ditta Ricoh Italia srl e in attesa che il Comune verifichi eventuali offerte economicamente più favorevole all’Ente sul Mepa, la società continua ad occuparsi delle forniture.
Una spesa non indifferente se si considera che la maggior parte dei documenti potrebbe essere inviata via internet o consultata attraverso sistemi digitali.
Durante i lavori del Consiglio, ad esempio, interpellanze, mozioni, ordini del giorno, e risposte del sindaco e degli assessori vengono puntualmente stampati su carta e le diverse copie vengono distribuite ai consiglieri.
Uno spreco contro cui si sono battuti per cinque anni, quando sedevano tra i banchi dell’opposizione, gli esponenti del Movimento 5 Stelle. Vedremo se nel 2020 l’amministrazione pentastellata, notoriamente ‘green’, invertirà la rotta.