Misure insufficienti per le professioni legali. L’Ordine degli avvocati di Campobasso, guidato dal presidente Giuseppe De Rubertis, alza voce dopo gli ultimi provvedimenti del governo che – denuncia – non tutelano minimamente la categoria. «L’emergenza epidemiologica da Covid-19, che interessa l’intero territorio nazionale, e i conseguenti provvedimenti governativi volti a ridurre il rischio di contagio hanno comportato – evidenziano gli avvocati – la sostanziale paralisi di ogni attività giudiziaria con inevitabili e gravissime ricadute di natura economica sulla intera Avvocatura. Le misure di sostegno economico approntate dal Governo in favore delle categorie dei professionisti, con il cosiddetto Cura Italia, e, in particolare, il “Fondo per il reddito di ultima istanza” di cui all’articolo 43 dello stesso provvedimento, non danno alcuna garanzia di efficacia, né quanto alla sufficienza della misura, né quanto ai tempi della sua concreta attuazione; – che questo Consiglio, pertanto, quale organo di rappresentanza istituzionale dell’Avvocatura a livello locale, ritiene doveroso, in questo grave momento di difficoltà della categoria, adoperarsi per richiedere interventi concreti in favore di tutti gli iscritti e, in particolare, dei Colleghi più giovani».
Per questo il Consiglio dell’Ordine si è riunito deliberando un documento che mira a sollecitare interventi incisivi. In primo luogo, «avanzare richiesta alla Cassa Forense, organo deputato alla assistenza degli iscritti, affinché svolga il suo ruolo rispondendo alle molteplici e giustificate istanze formulate dai colleghi. In particolare, seguendo la strada già tracciata da altri Consigli dell’Ordine, si invita il presidente della Cassa Forense, Nunzio Luciano, ad adottare, con urgenza, ulteriori provvedimenti a tutela degli avvocati e, in particolare, la generalizzata sospensione dei pagamenti di contributi previdenziali in scadenza fino al 02.01.2021, con facoltà di rateizzazione di quanto dovuto, in più annualità e senza interessi. Si chiede, altresì, l’esonero temporaneo, ad istanza di parte, dal pagamento dei contributi minimi dovuti per l’anno 2020, ai sensi dell’art.10 del regolamento attuativo della L.n.247/2012, con equiparazione dell’emergenza sanitaria Covid-19 alle ipotesi già previste dall’art.21 comma 7 della citata L.n.247/2012.
In secondo luogo, avanzare richiesta alla Regione Molise, attraverso il suo presidente Donato Toma -che, quale professionista e già presidente dell’Ordine dei Commercialisti della Provincia di Campobasso, non potrà non essere sensibile alle istanze dell’Avvocatura- affinché si individuino le forme giuridiche più opportune per mettere in campo aiuti, di natura economica, concreti e diretti verso gli iscritti e, comunque, atti a sostenere, nel periodo di emergenza e in quello immediatamente successivo, gli avvocati più giovani. Detti aiuti, in particolare, potrebbero essere attuati, al fine di assicurare, da parte dei colleghi, il regolare pagamento delle spese di locazione degli studi professionali, delle rate di mutuo in corso e degli stipendi per i dipendenti, attraverso l’erogazione, per il tramite della Finmolise S.p.A. – Finanziaria Regionale per lo Sviluppo del Molise, di finanziamenti a tassi agevolati e di favore, inferiori a quelli normalmente praticati sul mercato, e con piani di rimborso a media/lunga scadenza.
In terzo luogo, avanzare richiesta al presidente della Corte di Appello di Campobasso, Rossana Iesulauro, e, per essa, ai Capi degli Uffici giudiziari del Distretto, di disporre la sollecita liquidazione, da parte degli Uffici competenti e nei limiti della disponibilità finanziarie esistenti, delle fatture relative al gratuito patrocinio a spese dello Stato già emesse ed in attesa di pagamento; l’altrettanta sollecita evasione, da parte di tutti i Magistrati, delle istanze di liquidazione già depositate per le prestazioni svolte dai difensori nell’ambito del gratuito patrocinio a spese dello Stato, dai curatori, anche minorili, dai professionisti delegati e dagli altri ausiliari del giudice. Quanto sopra, confidando nella comprensione, da parte della Magistratura, del carissimo prezzo che l’Avvocatura è chiamata a pagare in questo periodo di paralisi delle attività produttive e professionali e nella considerazione che le suddette richieste possono evadersi da “remoto” e senza comportare pericolo per la salute degli operatori».