Strade vuote e un’atmosfera quasi surreale. Eppure, nonostante tutto, l’intensità di quel momento, vissuto con devozione ogni anno dai campobassani, era comunque palpabile.
Ieri a Campobasso non si è tenuta la consueta processione del Venerdì santo. Ma il ‘canto dei campobassani’, il Teco Vorrei, ha risuonato in tutta la città. Dai balconi tutti, indistintamente, hanno intonato le solenni parole del Metastasio. Lontani ma vicini, uniti in una sola voce che ha accompagnato, dall’alto, il vescovo Bregantini fino al carcere per la commovente lettura delle preghiera del detenuto. Quest’anno è stata affidata a Garty, che 2 anni fa, nella cappella dell’istituto ha ricevuto il battesimo e l’eucarestia proprio da padre Giancarlo.
Presenti il direttore del carcere, La Ginestra, il sindaco Gravina, il presidente Toma e le autorità militari.
«Sentiamo che questa sosta raccoglie tutte le soste di dolore di questi giorni, di queste settimane, di questi mesi – le parole dell’arcivescovo della diocesi di Campobasso-Bojano, padre Giancarlo Bregantini -. Sentiamo che è una sosta vera, autentica. Qualcuno dice che è una Pasqua diversa, con un Vangelo dal sapore diverso. Invece no. Proprio ciò che dice il Vangelo lo troviamo vero in queste settimane.
Pensate a Cireneo. Quanti cirenei in questi giorni hanno aiutato i fratelli ammalati? Pensate alle ambulanze, pensate ai medici. Pensate alle Veronica. Quante infermiere hanno asciugato, in silenzio, le lacrime di chi soffre. Pensate a Maria, presente fedelmente sotto la croce. Sono le mamme che dal cielo o sulla terra ci restano accanto. O ancora, la fatica di Gesù a respirare, che muore asfissiato sulla croce, come avviene oggi con il coronavirus. Oppure pensate al buio che scende sulla terra. Come il buio delle saracinesche abbassate, delle fabbriche chiuse.
Il Vangelo di ieri e la storia di oggi è un tutt’uno.
È vero che manca la folla, l’esultanza. Però c’è la verità del Vangelo che diventa solidarietà.
Il canto del Teco Vorrei è il canto della solidarietà e voglio dire grazie a tutti i gesti solidali che fate».
Poi il riferimento ai volontari e agli ospiti della casa degli angeli e il plauso al loro operato.
«È cresciuta la solidarietà a Campobasso e questo è un grande dono, dobbiamo esserne fieri. A noi tocca custodire questa esperienza per farne una speranza. Accanto alla condivisione sento la speranza viva in questo momento. Ora bisogna raggiungere la fase 2. Il futuro va preparato già da oggi con delle scelte. Alcune cose andranno tagliate, altre potenziate. Ai giovani auguriamo di tornare ad una scuola vera, fatta di dialogo diretto e di confronto vivace. Progettiamo fin da ora momenti comunitari di preghiera. Vorremmo che il Signore ci facesse sentire che la Pasqua oggi è più importante. È perdono, speranza, solidarietà vissuta. Dio ci conceda di sentire la benedizione della Madonna su tutta la città e la protezione di San Giorgio che combatte il drago così come noi combattiamo il coronavirus. Sia sempre con noi il Signore e che possa darci la sua protezione».

Il coronavirus non ferma la preghiera del detenuto

Maria, madre di Gesù nostro fratello
strada facendo tu ci accompagni sempre nei sentieri della nostra vita quaggiù.
Strada facendo hai partorito il Verbo di Dio che si faceva carne
eppure non c’era posto per te e per Giuseppe in un alloggio comodo
Strada facendo hai seguito Giuseppe in Egitto che vi fece scappare per salvare il bambino
eppure un bambino non dovrebbe far paura a nessuno.
Strada facendo hai capito la profezia di Simeone che ti disse che una spada ti avrebbe trafitto l’anima
eppure noi continuiamo a temere sempre di più il dolore fisico anziché quello dell’anima.
Strada facendo hai compreso che quel tuo Figlio che discuteva coi dottori nel tempio non era per te
eppure noi continuiamo a sentirci padroni dei nostri figli e non li aiutiamo come vorresti Tu.
Strada facendo hai capito che Gesù avrebbe creato una nuova famiglia
eppure noi abbiamo paura di aprici alla Comunità e alla Chiesa.
Strada facendo hai compreso che avresti dovuto dire di sì alla Croce
eppure noi pensiamo che una madre non dovrebbe mai veder morire il proprio figlio.
Maria tutta questa sofferenza che hai vissuto strada facendo
ti ha fatto arrivare ad avere un cuore grande, un amore grande che tu doni a tutti noi.
Anche noi abbiamo tante sofferenze:
abbiamo il senso di colpa per i nostri errori,
ci sentiamo male soprattutto per il tempo che stiamo togliendo ai nostri figli,
vediamo accanto a noi anche chi non si pone affatto il problema del proprio passato,
viviamo lontani dalle persone care, dai figli che abbiamo messo al mondo,
a volte continuiamo a vivere nella logica del più forte e non ci fidiamo del mite amore,
la pandemia di questo tempo ci fa sentire in ansia per i nostri genitori e i nostri cari,
abbiamo paura del futuro e del momento in cui dovremo vivere fuori guadagnandoci onestamente il pane quotidiano,eppure Maria, tu ci insegni, stando sotto la Croce,
che non tutte le sofferenze aprono il cuore e portano ad un amore più grande…
Fa, o Maria, che tutte queste nostre sofferenze sappiamo portarle al Figlio tuo Crocifisso
e da lì cominceremo ad intravedere la Gloria di Dio.
Signore, ti ringraziamo per i cappellani, per il nostro Vescovo che li manda a nostro servizio,
ti ringraziamo per tutti i volontari e le volontarie che si inventano tante attività per aiutarci a vivere con frutto la nostra detenzione.
Benedici tutti noi, benedici questa città che ci ospita in questo tempo particolare della nostra vita. Amen.

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