Poco meno di 30mila euro è la somma – prevista nel progetto “Scuole Sicure” finanziato dal governo – che la giunta Gravina ha deciso di destinare alla prevenzione e al contrasto allo spaccio in prossimità delle scuole. In sostanza gli agenti della Municipale presidieranno gli istituti negli orari di entrata e di uscita per evitare che il fenomeno prenda piede tra i giovanissimi. La stessa proposta, per altro, era stata uno dei cavalli di battaglia dell’avversaria di Gravina al ballottaggio, l’esponente della Lega e attuale consigliere di minoranza, Maria Domenica D’Alessandro.
Dei 30mila euro complessivi, quasi la metà (14.500 euro), come si evince dalla delibera di giunta numero 81 di febbraio, serviranno per acquistare 15 pistole Beretta, munizioni e fondine, destinati ai vigili urbani deputati al controllo delle scuole.
Una decisione che ha mandato su tutte le furie il gruppo dem di Palazzo San Giorgio. «L’amministrazione Gravina – tuonano Trivisonno, Chierchia, Battista e Salvatore – sceglie la “sicurezza scolastica” all’americana: fatta con 15 pistole Beretta.
Bene la garanzia del presidio dei vigili urbani, per consentire, con la loro presenza, di dissuadere gli studenti dal cedere, gratuitamente o dietro corrispettivo, sostanze stupefacenti. Male, anzi, malissimo – l’accusa – l’idea che, per il presidio dinanzi alle scuole di ogni ordine e grado, li si debba armare.
Si è persa l’opportunità di investire risorse -quelle destinate all’acquisto di Armi- sul personale (operatori sociali con formazione specifica e psicologi) che potrebbe efficacemente interagire con i ragazzi, coordinandosi con Dirigenti scolastici e docenti, molti dei quali già lavorano sulla prevenzione, facendo leva sui rapporti umani, sulle parole, sul sapere.
La sicurezza e la prevenzione nelle scuole sono legate alla informazione ed alla accorta interazione con gli studenti e con un mondo, il loro, complesso e fragile, nel quale non si fa irruzione con le pistole». In effetti nelle delibera è riportata anche la somma prevista per la campagna informativa, appena 1.450 euro, mentre i restanti 13mila euro serviranno a coprire le spese per gli straordinari degli agenti. Per questo il Pd chiede «un passo indietro dell’Amministrazione: l’immediata revoca dell’atto o una rimodulazione del progetto. E due passi avanti: l’impiego delle somme, oggi nel progetto destinate alle pistole, per interventi degli operatori sociali».
Nel dettaglio, le scuole ‘monitorate’ saranno le medie (Jovine, convitto Mario Pagano, Colozza, Petrone, D’Ovidio, Montini) e le superiori (Ipsia, Ipssc Cuoco, Agrario, Ragioneria, Industriale, Liceo Artistico, Liceo Classico, Liceo Scientifico e Liceo musicale) e i servizi «potranno anche essere espletati – si legge nel documento – in abiti civili con veicolo civetta al fine di un controllo attento e discreto delle persone che si trovano nelle vicinanze dei plessi scolastici negli orari di ingresso e di uscita.
Per poter svolgere in piena sicurezza e scoraggiare qualsiasi atto violento e aggressivo da parte degli spacciatori questa amministrazione ritiene opportuno dotare tutto il personale impiegato dell’arma d’ordinanza ai sensi del DM 145/87, tenuto conto anche delle armi già in possesso di questo comando».
Insomma, uno scenario secondo il Pd da scongiurare: i consiglieri hanno infatti pronta una mozione per chiedere la revoca o la modifica del provvedimento.

 

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