Non mancherà quest’anno a Campobasso, seppur in forma ridotta, il doveroso omaggio da parte dell’amministrazione ai Caduti.
«In vista della ricorrenza della Festa della Liberazione- si legge in una nota del Comune -, la Presidenza del Consiglio dei Ministri, con circolare del 17 aprile, ha fornito indicazioni circa le modalità di svolgimento degli eventi celebrativi, in relazione alla vigenza dei provvedimenti restrittivi connessi all’emergenza sanitaria in corso».
Stamane, dunque, alle 11.30, verrà deposta una corona d’alloro presso il monumento dei Caduti in Piazza della Vittoria, alla sola ed esclusiva presenza del sindaco, del prefetto di Campobasso e di due rappresentanti dell’Anpi Molise, il tutto ovviamente, con il rispetto delle modalità di distanziamento interpersonale e con l’assoluto divieto di ogni qual forma di assembramento.
Questo il messaggio del sindaco Gravina: «Il 25 Aprile è una data che però non serve solo a marcare l’incedere cronologico della storia, ma rappresenta l’indizio principale della volontà democratica dell’intero Paese in cui viviamo che da allora ha saputo sviluppare radici così forti e solide in grado di permettergli di resistere alle mistificazioni, preservandolo dagli estremismi che hanno più volte, nel corso degli anni, provato a rovesciarne il senso e interromperne la crescita.
La possibilità della libertà per il nostro popolo ha preso il via da lì, da quel risveglio e da quella tragedia vissuta sulla propria pelle. Da quel momento, da quel 25 aprile del 1945, abbiamo intrapreso la costruzione delle regole democratiche che oggi la nostra Costituzione custodisce, come uno scrigno prezioso e vitale, e che garantiscono ad ognuno di noi di poter chiedere il rispetto per ciò che si è come uomini e donne oltre che come cittadini.
Oggi si corre il rischio che tutto questo possa apparirci come qualcosa da dare per scontato, ma settantacinque anni fa non lo era affatto e chi sacrificò la propria vita per permettere alla nostra nazione di spezzare il giogo che per oltre un ventennio l’aveva tenuta legata ad un’ideologia catastrofica, lo fece nella convinzione che proprio la libertà fosse il bene più grande da poter lasciare in dono al proprio Paese.
Ciò che allora fu sconfitta fu l’idea insopportabile della dittatura, delle limitazioni delle proprie idee e libertà personali, un’idea che fu capace di incendiare letteralmente il mondo facendolo diventare un falò nel quale vennero bruciati corpi, interi popoli, città e nazioni in nome di presunte superiorità legate alla razza.
L’Italia proprio dalla libertà seppe ripartire, per ricostruirsi totalmente dalle fondamenta. Animata da quello stesso anelito di diritto e di uguaglianza, la nostra nazione non baratterà mai più, men che mai in tempi difficili e impegnativi come quelli che ci ritroviamo a vivere oggi, ciò che la storia dolorosamente ci ha insegnato permettendoci di diventare una repubblica moderna e democratica, con le promesse illusorie di chi ritiene di essere il depositario di un’unica chiave di lettura della realtà.
Oggi il nostro Paese è maturo e capace di appartenere ad ognuno di noi donando a ciascun cittadino la libertà conquistata quel giorno, il 25 aprile del 1945».

Un Commento

  1. Veramente, e ammesso che fosse libertà, l’abbiamo appena barattata in cambio della “salute” pubblica, in realtà ipocondria di massa instillata dai media col benestare della politica (cdx compreso). Ha le idee un po’ confuse, il sindaco.

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