Sono l’ossatura del sistema produttivo campobassano: bar, ristoranti, locali. Ce ne sono in ogni strada, in ogni angolo della città. Per lo più attività a conduzione familiare, e dunque unica fonte di reddito. Da due mesi hanno le saracinesche abbassate. Di contro, però, le spese per affitto, bollette, tasse (sia locali che nazionali) continuano ad accavallarsi. I bonus e la cassa integrazione tardano ad arrivare e a giungo, se verrà rispettata la roadmap del governo (virus permettendo), i titolari dovranno anche adeguarsi alle norme anti contagio, dunque ulteriori spese. Il rischio concreto è che la ripartenza tanto sperata per alcuni neppure si concretizzi. E così anche i titolari delle attività di ristorazione e bar presenti di Campobasso hanno aderito alla protesta nazionale al fine di richiedere l’intervento delle istituzioni sulla profonda crisi che sta vivendo il settore a causa dell’emergenza. Una protesta simbolica che ha visto prima l’accensione delle luci delle attività con le saracinesche abbassate (martedì sera) e poi la consegna, ieri mattina, delle chiavi ai sindaci dei comuni italiani.
Un momento d’incontro e confronto quello che il sindaco di Campobasso ha avuto con una rappresentanza dei gestori che si è recata sotto Palazzo San Giorgio per chiedere al sindaco principalmente di farsi portatore delle istanze della loro categorie verso il governo regionale e centrale.
«Ho trovato grande consapevolezza della particolarità emergenziale del momento che ci stiamo trovando ad affrontare – le parole del sindaco Gravina -. Le preoccupazioni che questi commercianti avvertono sono del tutto legittime e, ci tengo a sottolinearlo, nessuno di loro mi ha manifestato la smania di riprendere già da subito a tenere aperta la propria attività.
Ciò a conferma che siamo tutti coscienti che l’emergenza epidemiologica è ancora il punto principale su cui focalizzare l’attenzione del momento, perché il rischio che si blocchi nuovamente tutto è ancora troppo alto. I gestori sanno bene quali sono le possibilità di intervento in loro favore che un’amministrazione comunale può mettere in atto – ha aggiunto il sindaco -. Concederemo loro agevolazioni sull’utilizzo delle superfici pubbliche e, soprattutto, cercheremo di farlo in un modo più semplificato rispetto al passato; in più stiamo lavorando per eliminare per loro la Tari, riferita ai periodi di chiusura. Come ben sappiamo e senza alcuna intenzione di innescare un meccanismo di scarica barile – ha precisato Gravina -, effettivamente, le attività produttive sono di competenza regionale così come poi sarà lo Stato che si dovrà preoccupare di trovare i contributi da erogare. L’importante è che ognuno faccia la sua parte e mi sembra che le dichiarazioni dei vari soggetti istituzionali in proposito sono tutte improntate in questa direzione.
I Comuni in generale e non solo il nostro, dovranno continuare da parte loro a garantire i servizi pubblici essenziali alla cittadinanza anche in presenza di un flusso di entrate decisamente minore».

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