“Mi capita spesso di pensare al mio futuro. Allora sogno di diventare una giardiniera dal pollice verde. Desidero un giardino meraviglioso decorato di rose e voglio che questo desiderio si avveri…” (Alesia Calcinai, estratto dal libro “labambinacometa” a cura di M.S. Angeri – Ed. Baldecchi&Vivaldi- anno 2007).
La vita è in un incredibile incrocio di storie. Forse il destino nei giorni di gennaio del 2018, mi ha fatto conoscere Claudio ed Anna dell’associazione Alesia 2007 onlus. Avevo già in mente un disegno di giardino e, senza saperlo, lo stavo consegnando alle speranze di due genitori che volevano vedere realizzato uno dei sogni d’infanzia della loro bambina che, all’età di soli quindici anni, decise di togliersi la vita. La prima bozza del progetto “Il giardino di Alesia” è nata, quindi, nel 2018 per rispondere ad un bando della fondazione CR di Firenze. Un progetto assai modesto, il cui scopo era la riqualificazione del giardino di Borgo Allegri, nel cuore della città. Poi, nel mese di settembre dello stesso anno, l’interessamento da parte dell’Amministrazione del Comune di Pelago (Fi), mi ha portato a riformulare il progetto iniziale in un’ottica del tutto nuova, prendendo come spunto l’album “Lacrime” di Mia Martini, un’artista cara all’Associazione ed alla sua fondatrice e presidente, Anna Corallo. Il luogo scelto per la realizzazione, era un parco di pini nei pressi del fiume Sieve. Uno spazio di condivisione sociale per i giovani, che nei colori e nelle forme doveva richiamare quelli della copertina. Poi il cambio di Amministrazione e la successiva emergenza sanitaria, che ci ha costretti tutti all’isolamento ed al blocco di ogni tipo di cantiere, hanno per poco affievolito i nostri piani, offrendoci tuttavia uno spunto, per una prospettiva futura di tale giardino del tutto nuova, che potrebbe essere contestualizzata anche in Molise.
Il periodo complesso che stiamo attraversando porta con sé timori e incertezze riguardanti sia il tornare a frequentare i luoghi di aggregazione, sia il vivere i rapporti interpersonali tout-court.
La quarantena, infatti, ha indotto una trasformazione della nostra visione dell’Altro, facendolo diventare quasi un pericolo perché potenziale “agente infettante”. Non a caso, elementi culturalmente accettati che coinvolgono prossimità e contatto, volti a dimostrare vicinanza e affetto (abbracci, strette di mano, baci), diventano ora fattori di stress per l’individuo.
Date queste premesse, quindi, abbiamo ritenuto utile ideare uno spazio in cui tranquillità e rapporto con la natura si delineano come fattori capaci di rinnovare nelle persone un senso di fiducia nei confronti dell’ambiente “esterno”. In quest’ottica, le linee guida dell’aromaterapia e della cromoterapia faranno da sfondo nella scelta delle piante (quali Lavanda, Margherita, Acanto, Alloro e Tiglio. Un habitat che rappresenta il nutrimento perfetto per insetti amici dell’uomo come bombi, api e farfalle) e delle pavimentazioni (come granulati Nero Ebano, Bianco Carrara e Purple Rain) più idonee al raggiungimento del nostro scopo, considerando che diversi studi scientifici (quelli di R. Ulrich su tutti) hanno dimostrato come i profumi e i colori in uno spazio verde siano in grado di produrre un effetto positivo sull’umore di chi ne viene a contatto: sarebbero sufficienti cinque minuti di esposizione alla vista di un paesaggio naturale per ridurre immediatamente i livelli di stress ed entrare, così, in uno stato di rilassamento.
La creazione di uno spazio accogliente e rilassante, circondati da contributi scultorei di artisti locali, con uno studio approfondito anche sulle distanze, permetterebbe alle persone di abbassare i livelli di stress legati allo stare in spazi comuni e contribuirebbe ad incrementerebbe il senso di benessere individuale e collettivo. La vista, qui proposta, è una rappresentazione concettuale per illustrare l’idea visiva di tale progetto, arricchito e personalizzato con elementi che ripropongono alcuni episodi della mia vita.

Mr Landart

Marco Rateni alias MR landart è nato a Campobasso. Nel 2016 ha conseguito la laurea in Architettura quinquennale con una tesi in progettazione ambientale. In tre anni ha progettato e realizzato un orto sinergico sociale per i minori sottoposti al procedimento della messa alla prova a Campobasso (CB); un giardino dedicato ad un ragazzo venuto a mancare a soli 23 anni a causa di una leucemia a Frosinone (FR); un giardino multisensoriale a Cernobbio (CO); un arredo urbano ecosostenibile a Bonefro (CB); nel 2019 ha partecipato alla Milano Design Week in qualità di vincitore del concorso “Territorio Sostenibile” promosso dalla Team System; ha esposto le sue opere in occasione dell’evento culturale “Anima libera in rivoli di luce” nella galleria dell’artista A. Bove a Campobasso; ha realizzato un’installazione artistica dal titolo “Il canto dei capodogli” nella riserva naturale di Punta Aderci (Vasto), pubblicata all’interno del catalogo Ketos; dal mese di settembre è docente di Interior Design presso la Edison School. Per l’ideazione dei suoi progetti, Marco si avvale di un team di giovani professionisti qualificati, tra cui lo psicoterapeuta Giovanni Avorgna, i tecnici informatici Carlo Branca e Giordano Cardillo e Martino Bucci dell’azienda “The Prototype” di Pescara.

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