Mentre sullo sfondo il cluster della comunità rom continua ad allargarsi, con altri 12 positivi accertati nella giornata di ieri, che fa schizzare il bilancio complessivo a 72 casi, sul fronte della polemica politica scoppiata dopo la diffusione delle immagini del rito funebre del 30 aprile ieri sera il sindaco Gravina ha messo le carte in tavola.
Al termine della riunione del Comitato provinciale per la sicurezza e l’ordine pubblico in Prefettura, convocato dopo ben due richieste, il primo cittadino ha ‘vuotato il sacco’, spiegando cosa è realmente accaduto il giorno della tumulazione e gli interventi che d’ora in poi verranno messi in campo per arginare l’emergenza.
« Alla presenza del prefetto, del questore, del presidente della Regione oltre che delle forze dell’ordine – ha detto Gravina – ho messo in evidenza due aspetti fondamentali: uno di tipo sanitario, l’altro legato all’ordine pubblico.
Per quanto riguarda l’ordine pubblico, vorrei che fosse chiaro, perché le mie responsabilità me le prendo ma anche gli altri devono farlo – l’attacco – che spetta al prefetto di intesa con il questore.
Rispetto a questo ne approfitto anche per chiarire i fatti del 30 aprile, in particolare quanto accaduto in via Liguria, perché ho evidenziato e non temo di essere smentito, che, rispetto al controllo e a quell’assembramento, chi vi parla e tutta l’Amministrazione comunale non potevano avere responsabilità semplicemente perché era stato lo stesso questore ad assicurare che, in quell’area, avrebbero fatto loro le verifiche.
Noi, per quanto di nostra competenza e per quello che ci era stato richiesto per l’ordine pubblico, abbiamo garantito che fuori dal cimitero comunale ci fosse il numero minimo di persone, circa 10, com’è testimoniato dalle foto.
Fermo restando che le immagini dell’assembramento sotto casa del defunto le abbiamo viste solo l’8 maggio, a fatti accaduti, quando probabilmente qualcun altro era presente lì e avrebbe dovuto garantire quello che tutti quanti voi e anche il sottoscritto richiede».
Poi spiega cosa è stato deciso in Prefettura per gestire l’emergenza e garantire il rispetto dell’isolamento domiciliare per le persone risultate positive: «Atteso che si tratta di un problema di ordine pubblico, ho chiesto quindi un rafforzamento importante, che non è quello che stiamo vedendo adesso ma, proprio per garantire la tranquillità e l’incolumità delle persone che abitano nei quartieri e della stessa comunità interessata che è invitata al rispetto della quarantena. Tutti, indistintamente, devono osservarla perché è a rischio la salute pubblica.
Quindi avevo chiesto, ho chiesto e continuo a richiedere, e se il comitato riterrà di non accettare le mie richieste, mi rivolgerò ad organismi superiori, una presenza costante e continuativa per un periodo di tempo lungo, visto che la quarantena, come ormai tutti abbiamo imparato, supera i 15 giorni». Del resto, nella stessa ordinanza sindacale di sabato scorso è previsto un controlli mirato nei quartieri dove vivono le persone risultate positive. Il sindaco ha anche fornito alle forze dell’ordine i numeri civici rispetto ai quali è richiesta una sorveglianza h 24.
Una richiesta che non sembra essere stata accolta: «Sua eccellenza il prefetto mi ha comunicato che loro non ritengono di dover attivare questo sistema, ma un sistema di controllo dinamico, per il quale loro si impegnano. Perché ricordiamo ancora una volta che l’ordine pubblico non spetta al sindaco che non dispone delle forze di polizia se non della Municipale che è impegnata nel controllo del rispetto delle regole da due mesi a questa parte. Poi c’è l’ordine di carattere sanitario che è strettamente legato all’ordine pubblico perché se non si rispetta la quarantena il rischio è che non si contenga il contagio. Ho chiesto quindi anche all’Asrem di attivarsi per uno screening completo, così come sta facendo in queste ore, per verificare non solo per la comunità rom ma per tutti coloro che hanno avuto contatti non solo il 30 aprile ma anche nei giorni precedenti e successivi al giorno 30 aprile.
Invito chiunque abbia avuto contatti con la comunità a segnalarlo all’autorità sanitaria».
Infine rimarca: «Rispetto alla vicenda del 30 aprile, e lo ribadisco con forza, e risulta anche da un’informativa trasmessa dalla Procura della Repubblica, chi vi parla ha fatto quello che era richiesto fare, Non potevo conoscere cose accadute dopo l’informativa, che è stata fatta alle ore 13.29 dalla Questura.
Sostenere il contrario significa sostenere una cosa non vera. Se poi si vuole giocare o attaccare politicamente la mia persona lo lascio fare ad altri. In questo momento sento la responsabilità di dover garantire la sicurezza di tutti i cittadini di Campobasso».

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