Il sindaco di Campobasso Roberto Gravina torna a sollecitare interventi per sbloccare la situazione di ‘paralisi’ del Cardarelli. Stavolta lo ha fatto scrivendo direttamente al Ministro della Salute, Roberto Speranza, e al vice ministro Pierpaolo Sileri. Una richiesta di attenzione figlia delle proteste dei medici e delle istanze dei cittadini per il presidio ospedaliero di Campobasso, quale “Hub” di riferimento dell’assistenza sanitaria regionale e unico centro per la gestione dell’emergenza Covid-19.
Già nello scorso mese di aprile, il primo cittadino di Campobasso ha sollecitato risposte e ragguagli ufficiali in tal senso da parte della Regione Molise e dell’Asrem e prima di lui, con una lettera, erano stati gli stessi primari di chirurgia, ortopedia, urologia, ginecologia, oculistica, senologia e chirurgia vascolare dello stesso ospedale Cardarelli a evidenziare come, di fatto, la terapia intensiva dedicata al Covid escluda il ricovero di qualsiasi altro genere di paziente.
Da allora, seppur attesi, chiarimenti in proposito non ne sono giunti, e quindi, in questa nuova fase di ripartenza che riporta gradualmente verso la gestione ordinaria tante diverse situazioni amministrative, il sindaco Gravina torna a farsi portavoce di dubbi che proprio la mancanza di una comunicazione diretta e ufficiale in proposito potrebbero quantomeno fugare.
«Lascio a chi di competenza le valutazioni tecnico organizzative, ovvero il come certe cose dovranno essere attuate, – ha subito chiarito Gravina – ma Campobasso ha bisogno di un ospedale che adesso riprenda le sue funzionalità originarie oltre a quelle che ha saputo garantire durante questa fase emergenziale legata al Covid-19. Dalle informazioni assunte sia per le vie brevi che a mezzo stampa, oltre che dalle richieste dei miei concittadini, l’attuale gestione dell’ospedale Cardarelli sta provocando ritardi notevoli rispetto a tutti gli interventi assistenziali che non rientrino nell’emergenza Covid, tanto da far emergere alcune gravi criticità circa l’utilizzo della terapia intensiva per i pazienti sottoposti ad interventi chirurgici in elezione, così come per quelli cosiddetti acuti.
A ciò si aggiunga che le liste di attesa, complice la situazione emergenziale in atto, hanno avuto un’ulteriore espansione, con presumibile nocumento per la gestione delle stesse e per la salute pubblica, con un grave rischio rebound nei prossimi mesi. Pur consapevole, quindi, delle difficoltà strutturali e gestionali che un’emergenza inedita ha provocato e continua a provocare, ritengo che oggi sia non più procrastinabile assumere decisioni utili al ripristino della piena funzionalità del presidio ospedaliero cittadino, prima fra tutte, la terapia intensiva oggi garantita solo per i pazienti Covid.
Ci tengo a specificare – ha concluso Gravina – che le uniche valutazioni che mi sono permesso di esprimere nella mia nota al Ministro Speranza sono di carattere politico-sanitario, che al contrario di quelle tecniche ed organizzative, competono alla prima carica cittadina, quale autorità sanitaria».
Intanto sul fronte dei contagi, su 401 tamponi processati, ieri a Campobasso sono stati registrati 3 nuovi positivi: uno è della comunità rom (che sale a 93 contagi), uno è invece un campobassano rientrato da fuori regione ( dunque già in quarantena obbligatoria e sottoposto al rientro in Molise a test sierologico) e l’ultimo è appartenente ad un cluster già noto, con familiari già contagiati in precedenza e dunque in isolamento. Notizie positive arrivano però dal bollettino delle guarigioni: 5 campobassani hanno superato la prova del doppio tamponi e si sono negativizzati al virus.