Pd e Movimento 5 Stelle uniti nella battaglia per ‘liberare’ il Cardarelli dal centro Covid. Ieri mattina il verdetto in Consiglio a Campobasso, dove la maggioranza pentastellata ha votato a favore della mozione presentata dal gruppo dem, con la consigliera Alessandra Salvatore prima firmataria. Il documento chiede espressamente al governatore Toma di adottare tutti gli atti organizzativi e dispositivi per assicurare immediatamente il ripristino delle prestazioni sanitarie, ospedaliere ed ambulatoriali, necessarie per la cura di tutte le patologie diverse da quella legata ad infezione da Covid 19; l’individuazione di una struttura Covid che consenta, al Cardarelli e negli altri nosocomi regionali, la ripresa, in assoluta sicurezza per personale e pazienti, di tutti i servizi e le attività sanitarie depotenziate o sospese a causa della emergenza; l’effettuazione a tappeto, secondo le priorità legate alla attività svolta ovvero alla concreta esposizione al rischio di contagio, di tamponi, magari a seguito della effettuazione di test sierologici con esito positivo.
La mozione è stata approvata con il voto favorevole anche dai consigliere di centro destra Sabusco, dei due rappresentanti della Lega, Tramontano e Pascale, mentre si è astenuta l’altra rappresentante del Carroccio, la consigliera D’Alessandro. Il no è invece arrivato dai gruppi di Popolari per l’Italia, Fratelli d’Italia e Forza Italia.
Alla mozione, come detto, è giunto l’appoggio e il voto compatto del gruppo consiliare del MoVimento 5 Stelle. Il capogruppo in Comune del MoVimento, Antonio Vinciguerra, ha sottolineato come «tutti noi abbiamo la stessa medesima sensibilità rispetto al problema proposto e ben venga questa mozione approvando la quale cerchiamo di dare ulteriore forza e voce alle giuste richieste della popolazione che rappresentiamo. Oltre al disagio e al dramma del Covid-19 – ha aggiunto Vinciguerra – c’è stato anche quello di chi in questi mesi si è dovuto sottoporre ad operazioni ed interventi e non è potuto rimanere a Campobasso perché nel frattempo il Cardarelli era diventato centro Covid. Quello che chiediamo è il ripristino dei servizi al Cardarelli così come del resto fatto dal nostro sindaco in prima persona, nei giorni scorsi, con la nota inviata al ministro Speranza».
Alcune precisazioni, sono state fatte anche da un altro consigliere del MoVimento 5 Stelle, Antonio Musto: «In relazione alle strategie utilizzate e messe in campo da chi era competente in materia, ovvero Asrem e Regione Molise, per prevedere un’indagine stratificata che sviluppasse un’organizzazione operativa molto più dettagliata per l’utilizzo dei tamponi e dei test sierologici, occorre dire chiaramente che in Molise è mancata una programmazione su questo aspetto dell’emergenza sanitaria. Senza lanciare accuse, ma solo per riflettere compiutamente sul presente e sul futuro, abbiamo rischiato di avere molti altri cluster che andavano controllati attraverso una più precisa programmazione regionale. L’Asrem ha detto che dal 1° giugno riprenderanno le attività extra Covid al Cardarelli, – ha aggiunto il consigliere Musto – però rinvia ai dirigenti responsabili la programmazione di tutte le attività preventive per rendere ciò possibile, quando, invece, l’Asrem avrebbe dovuto fornire in prima persona ai responsabili i percorsi in sicurezza, dire quante persone devono essere visitate al giorno e mettere a disposizione tutti i presidi necessari per riprendere a fornire i servizi alla cittadinanza. Si è arrivati, invece, a chiedere ai responsabili di preparare la cartellonistica adeguata per i percorsi di sicurezza all’interno del Cardarelli».
Il sindaco Gravina è intervenuto specificando: «Da sindaco della città di Campobasso, il dito contro l’Asrem o la Regione non lo abbiamo mai puntato, comprendendo ampiamente le problematiche dell’emergenza. Abbiamo, invece, inviato ad aprile una nota ad Asrem e Regione dove accennavamo, in maniera circostanziata, le nostre preoccupazioni in relazione alla necessità, già da allora avvertita, di dover garantire il ritorno alla normalità delle prestazioni che non rientrano nella gestione Covid e per far riprendere, a titolo d’esempio tutt’altro che secondario, la terapia intensiva dei pazienti non Covid. Di fatto, ad oggi, l’offerta sanitaria dell’Ospedale Cardarelli è un’offerta monca che preoccupa i cittadini e coloro che devono farsi curare. Alla prima nota che inviammo non ci fu nessuna risposta, per cui qualche giorno fa ho interessato il Ministro Speranza per ottenere una svolta in questo ambito. Bisogna farsi trovare preparati ad eventuali seconde ondate del virus e in tutta Italia si sta ragionando proprio per strutturarsi ad affrontare, eventualmente, tutto ciò, questa volta senza condizionare l’assistenza sanitaria costante per i pazienti non Covid. C’è tanta gente che ha rinunciato in questi mesi a curarsi e a farsi visitare per paura o impossibilità di frequentare l’ospedale Cardarelli».

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