Sono state rigettate le istanze di scarcerazione avanzate dai legali di 13 indagati nell’ambito della maxi operazione Piazza Pulita. Il tribunale del Riesame ha infatti stabilito che le misure cautelari, eseguite nel corso del blitz e disposte dal gip, restano in piedi.
Durante l’operazione condotta il 20 maggio da Carabinieri e Guardia di Finanza, coordinata dalla Dda di Campobasso, 20 persone sono finite in carcere, 7 ai domiciliari, mentre per 6 soggetti è stato disposto il divieto di dimora in Molise e per 4 il divieto in Campania.
Si apre ora dunque la fase del processo ordinario, a meno che gli avvocati non scelgano riti alternativi.
Le indagini, durate circa due anni, hanno permesso di disarticolare tre organizzazioni criminali, collegate fra loro, che a Bojano avevano impiantato la loro base operativa. Spaccio di droga, per lo più cocaina, destinata alla piazza della provincia. Ma non solo. I soggetti sono accusati, a vario titolo, di associazione a delinquere, estorsione aggravata dal metodo mafioso, minacce, anche con l’uso delle armi, riciclaggio e auto riciclaggio.
Il boss affiliato alla camorra, al vertice dell’organizzazione, aveva investito i proventi dello spaccio in due società specializzate nella vendita del pellet, creando di fatto una situazione di monopolio e concorrenza sleale. Lo step successivo, sventato dall’inchiesta, era quello di infiltrarsi nel tessuto produttivo molisano (in particolare nel settore dell’edilizia) e chiedere il pizzo ai commercianti locali.