È stata una delle prime scuole a chiudere i suoi cancelli dopo lo sciame sismico del 2016, al centro dello studio di vulnerabilità sismica commissionato da Palazzo San Giorgio (all’epoca guidato da Antonio Battista), e vincitrice del progetto ‘Scuole innovative’ promosso dal Miur e Inail. Parliamo della scuola di via Crispi che da anni attende di essere ricostruita. Il Comune di Campobasso si è aggiudicato 3 milioni e 162 mila nel 2018 per la realizzazione un progetto innovativo che sarà a disposizione degli studenti della ‘Scarano’. Una struttura che arricchirà il patrimonio di edilizia scolastica della città, garantendo sicurezza, grande funzionalità e decoro ai ragazzi, il cui progetto è stato affidato – tramite selezione pubblica – all’architetto Dario Cagnucci.
Ebbene, sono trascorsi due anni e finalmente qualcosa si muove.
Tra gli adempimenti della convenzione stipulata tra il Comune e il Miur, propedeutici alla realizzazione dell’intervento, l’amministrazione si è infatti impegnata a mettere a disposizione dell’Inal il lotto d’intervento, privo delle costruzioni esistenti. Dunque la vecchia scuola va demolita e l’importo stimato si aggira intorno a 1.170.000 euro compresi gli oneri di discarica e di trasporto, nonché i corrispettivi professionali per le figure tecniche interessate. Solo 600.000 euro peseranno sulla casse del Comune, mentre i restanti 570.000 saranno ottenuti attraverso finanziamenti statali
Qualche giorno fa l’amministrazione Gravina, nonostante l’opera sia inserita nell’annualità 2021 del programma del Piano delle Opere pubbliche, attraverso la determina dirigenziale 1081 ha affidato l’incarico per il progetto esecutivo della demolizione.
La nuova scuola andrà ad aggiungersi all’altro edificio previsto nel polo di via Crispi,
progetto curato dall’ingegnere Maurizio Monaco e dall’architetto Antonio Gianfelice, vincitore del famoso Concorso di Idee. Due dunque le strutture: la scuola primaria tra via Berlinguer e via IV novembre (dove è attualmente ospitata la materna) le cui classi saranno occupate dagli alunni della ‘Nina Guerrizio’ (l’ex scuola di via D’Amato, per intenderci, che dopo la chiusura è stata trasferita in via Berlinguer). Mentre nella ex scuola di via Crispi (all’altezza di Acqua&Sapone) saranno trasferiti gli alunni temporaneamente ospitati in via Sant’Antonio dei Lazzari.
L’idea di progetto è quella di installarle in un locale tecnico interrato accessibile dalla parte a valle di via Berlinguer, dove sono presenti anche il locale antincendio e il sistema di recupero dell’acqua piovana, così da facilitarne la manutenzione.
La scuola, composta da 17 aule, conserverà la doppia possibilità di accesso attuale, favorita dalla presenza delle due grosse arterie di traffico adiacenti. Lo stesso doppio accesso permette di beneficiare dei naturali spazi verdi. La mancanza di ampi spazi su cui erigere la nuova scuola, in special modo su via Berlinguer, fa sì che la struttura occupi quasi tutta l’area , integrando il civic center nello spazio della hall e cercando, nella reciproca complicità, di elevare le possibilità di destinazione d’uso, sia nella fase scolastica sia in quella extra scolastica. Il portico civic center a doppia altezza può ospitare la sosta, l’attesa del genitori e può offrire ai ragazzi e agli abitanti del quartiere nuove opportunità di incontro e di aggregazione. Può essere utilizzato, inoltre, per mostre e piccole attività mercatali. Dal portico si accede nella hall sempre a doppia altezza, la hall è collegata al piano superiore con una gradonata utilizzabile sia come aula magna, sia come area ludica sia, infine, come area che ospita piccole rappresentazioni teatrali o recite. Al livello della hall è presente, oltre all’aula insegnanti, un piccolo laboratorio da utilizzare quale necessario ambito per la polivalenza della hall stessa, altrimenti impossibilitata a funzionare.
Delle 17 aule, 10 sono esposte sul lato sud, protette da un ballatoio in legno lamellare e da un giardino di pertinenza; 5 sono esposte al lato est fronteggianti gli spazi verdi su via IV Novembre; le restanti 2 sono esposte ad ovest nel piano terra e protette dal portico del civic center.
L’obiettivo è di trasformare in una struttura nzeb (a energia quasi zero, ndr) l’intero plesso, emancipandolo così da consumi di energia derivanti da fonti fossili e abbassando costi che, per strutture energivore di simili metrature, si aggirano intorno al 40- 45 mila euro.