A dicembre dello scorso anno face irruzione nel negozio di biancheria intima ‘Leonzia’, in via Orefici, minacciando la titolare con un coltello. Lui, un 21enne di origini romene, ma residente a Campobasso, con problemi di tossicodipendenza, venne denunciato un mese dopo dalla Mobile. Ieri però per lui sono scattati gli arresti domiciliari, misura emessa dall’Ufficio gip del Tribunale di Campobasso, su richiesta della locale Procura della Repubblica. Il giovane, il 12 dicembre scorso, entrò nel negozio del centro storico poco prima dell’orario di chiusura, intorno alle ore 20, travisato ed armato di coltello, con indosso un passamontagna di lana nero, minacciando di morte la titolare – «se chiedi aiuto ti ammazzo», le frasi indirizzate alla donna – ed intimandole di consegnargli l’incasso. Di fronte alla titubanza della donna, si avventò sulla cassa riuscendo a portare via solo poche decine di euro (circa 30 euro in monete). Elemento che fin da subito indirizzò gli inquirenti sulla pista della tossicodipendenza. Un colpo messo a segno in una manciata di minuti: raccolto l’incasso fuggì lungo i vicoli del centro storico e nonostante l’immediato intervento della Polizia, riuscì a dileguarsi. Per la ricostruzione dei fatti, inoltre, non è stato possibile avvalersi di immagini di videosorveglianza, non essendoci nella zona dei fatti alcun sistema di registrazione.
Successivamente, i poliziotti della Questura, nell’ambito di un’attività di verifica in materia di stupefacenti, perquisirono diversi giovani del capoluogo, tra cui il 20enne romeno, che messo alle strette nel corso del controllo, confessò di essere l’autore della rapina. Quella sera, sotto l’effetto di sostanza stupefacente, decise di rapinare il negozio per procurarsi denaro per la droga. Individuò quindi il negozietto di abbigliamento intimo, raggiungendolo a piedi ed indossando proprio i vestiti descritti dalla vittima. Il giovane fornì dettagli circa le modalità della rapina, aggiungendo che, immediatamente dopo, si era liberato sia del coltello che dei vestiti indossati quella sera.
Ha poi indicato agli agenti il luogo in cui aveva lasciato gli indumenti e l’arma utilizzata per la rapina, conducendo i poliziotti in un campo abbandonato poco lontano dal centro abitato, nei pressi della piscina comunale.
Ma dopo poche settimane dalla rapina messo a segno nel negozio, si rese protagonista di un altro episodio, stavolta insieme ad un suo coetaneo, anche lui noto alle forze dell’ordine per problemi di droga, con cui la notte di Capodanno derubò un giovane campobassano. Il ragazzo venne avvicinato dai due tossicodipendenti mentre si stava dirigendo verso la sua auto parcheggiata in centro. In n primo momento gli chiesero una sigaretta, poi alcune monete. Al rifiuto del ragazzo però i due passarono alle minacce, chiedendogli il portafogli e costringendolo a prelevare al bancomat. Non solo: con atteggiamento prevaricante, uno dei due estorsori si fece consegnare il cellulare della vittima digitando il suo numero, facendo partire la chiamata (in modo da rimanergli memorizzato il numero della vittima per ricontattato qualora, a suo dire, successivamente avesse avuto bisogno di ulteriori soldi) e utilizzando il telefonino anche per messaggiare con altri.
«Mi servono soldi per la droga», la giustificazione del giovane che infine, con aria di sfida mostrò alla vittima impaurita, il suo documento di identità affermando «ora se vuoi, denunciami!».
Da lì scattò la denuncia anche per estorsione.