Che sia una scelta politica o più semplicemente una strada obbligata per far quadrare i conti l’aumento delle aliquote Imu per la prima e la seconda casa sono intoccabili. Non c’è emendamento che tenga, nemmeno quando si tratta di dare un segnale forte alla cittadinanza che è già messa a dura prova, come il resto egli italiano da una serie di imposte e di ritocchi operati dal Governo “Gli stessi – dice con stizza Michele Durante – che guadagnano milioni di euro e che non si rendono conto di quanto male sta la gente comune”. Niente da fare. Non è servita la lotta prima del bilancio né l’emendamento discusso ieri mattina in sede consiliare dal gruppo L’ascolto (Adriana Izzi, Marilina Niro e Marialaura Canccellario) che si è battuto con tutte le armi a sua disposizione per far tornare l’esecutivo sui suoi passi e abbassare l’aliquota Imu per la prima casa dal 5 al 4 per mille. E non è stata solo una presa di posizione, il gruppo che coraggiosamente ha deciso di contestare o approvare al di là del colore politico le varie posposte di deliberazione ha studiato (per quanto sia possibile studiare un malloppone di 1000 pagine) e trovato una soluzione (movimento per saldi invariato) mantenendo quindi le cifre del bilancio. Per evitare alla cittadinanza l’ennesimo rincaro l’ascolto aveva proposto di tagliare dai vari capitoli circa 1 milione e mezzo di euro, che poi sarebbe il maggior ricavo derivante dall’aumento: 700mila euro dal taglio dei beni di consumo e materie prime, 120mila da una revisione della gestione degli impianti sportivi e altri 700mila equamente divisi tra prestazioni di servizi e gestioni e controllo del territorio. Insomma operazione di taglia e cuci pur di evitare ai campobassani l’ennesimo mazzata.