All’indomani dell’operazione Drug Market commentavano con spocchia il blitz dei Carabinieri: «Hai sentito, hanno fatto una retata. A noi non ci prendono, siamo intoccabili». E invece a distanza di un anno e mezzo, all’alba di ieri, i militari della Compagnia di Campobasso hanno bussato anche alla loro porta. Sono stati arrestati i tre pusher – di 60, 40 e 30 anni – che negli ultimi mesi hanno preso il controllo dello spaccio di cocaina nel cuore del centro storico di Campobasso. L’operazione, denominata appunto ‘Intoccabili’ e coordinata dal procuratore Nicola D’Angelo e dal sostituto Elisa Sabusco, ha però oltrepassato i confini campobassani e della regione. Il gip, oltre alle tre misure di custodia cautelare, ha infatti disposto anche 40 perquisizioni, la maggior parte nel capoluogo, ma pure a Ferrazzano, Mirabello Sannitico, Toro, Gildone, Pietracatella e in Campania, Emilia Romagna e Puglia (Portici, Pontelandolfo, Cervia e Torremaggiore).
L’attività di indagine, condotta dal Nucleo Operativo e Radiomobile della Compagnia Carabinieri di Campobasso, è partita nel settembre 2018 e si è conclusa formalmente nel febbraio di quest’anno con l’ausilio di attività tecniche, osservazioni, pedinamenti e perquisizioni, acquisendo elementi a carico di 29 indagati tutti legati all’attività di spaccio, commercio e detenzione di sostanza stupefacente, soprattutto cocaina destinata alla piazza del capoluogo.
A finire in carcere, con l’accusa di detenzione e traffico di sostanze stupefacenti, un 60enne, ex buttafuori residente nel centro storico, considerato il capo della banda. Il più «carismatico» secondo gli investigatori, seppur incensurato con ‘agganci’ negli ambienti criminali, che si riforniva di 150 grammi di cocaina a settimana in Puglia e Campania. Il suo braccio destro, un 40enne di Campobasso anche lui finito dietro le sbarre, si occupava invece dei ‘rapporti’ con i pusher e gli assuntori. Infine per un 30enne, stretto collaboratore dei due, sono scattati gli arresti domiciliari nella sua abitazione del centro storico.
Zona ‘scelta’ per lo spaccio dalla banda perché luogo impervio e difficilmente presidiabile militarmente. A casa di uno degli arrestati in particolare, il capo del sodalizio, come emerge chiaramente dalle risultanze investigative dei Carabinieri, veniva conservata la cocaina, tagliata, suddivisa in dosi e spacciata ad ogni ora del giorno e della notte.
Dalle indagini è emerso che i tre arrestati avevano posto in essere una fiorente attività di spaccio di cocaina, e in misura minire eroina, hashish e marijuana, utilizzando spesso le proprie abitazioni come basi logistiche per la preparazione dello stupefacente in dosi nonché punti di cessione ai vari consumatori, senza sdegnare la consegna a domicilio, creando, il tal modo, una vera e propria piazza di spaccio nel centro storico di Campobasso.
Le dosi venivano ordinate facendo ricorso a telefonate, sms e chat che precedevano l’incontro per la cessione. Sempre in chat venivano ordinate le dosi, fissato il prezzo di acquisto, nonché stabilito il momento dello scambio.
Nel corso dell’attività d’indagine sono stati sequestrati circa 150 grammi di cocaina (con un grado di purezza fino al 90%) pari a circa 340 dosi mentre sono state circa 3000 le cessioni di stupefacente documentate dagli investigatori. Il gruppo criminale, nel corso dell’anno di indagine, aveva già subito l’arresto di uno dei componenti, altri sei erano stati denunciati e 25 tossicodipendenti segnalati in Prefettura; ben 21 invece i recuperi di sostanza stupefacente effettuati dai militari.
Durante l’esecuzione di ieri mattina, nel corso delle numerose perquisizioni, sono stati trovati 10 grammi di cocaina (suddivisi in 20 dosi) con contestuale denuncia a piede libero di un ulteriore soggetto, oltre ad ulteriori 31 grammi di marijuana e 1 grammo di eroina in possesso di altri soggetti.
In fase esecutiva i militari della Compagnia di Campobasso sono stati collaborati dai militari del Nucleo Investigativo di Campobasso, dalle Compagnie di Torre del Greco, San Severo, Cervia-Milano Marittima e Cerreto Sannita, con l’ausilio delle unità cinofile dei Nuclei di Chieti e Sarno (SA) e del velivolo del 5° Nucleo elicotteri di Pescara.

Un Commento

  1. Marianna Pontelli scrive:

    C’è una enorme omertà in città. Preoccupante. La città si sta inviluppando in se stessa. Dobbiamo ringraziare il procuratore D’Angelo, gli inquirenti e le forze dell’ordine per tutto quello che stanno facendo, ma da soli non ce la possono fare. Abbattiamo il muro di silenzio, nel nostro interesse.

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