Le udienze di convalida sono state fissate: compariranno davanti al gip domani mattina i tre campobassani arrestati nell’ambito dell’operazione dei Carabinieri ‘Gli Intoccabili’.
Gli indagati, accusati di aver gestito lo spaccio di cocaina nel centro storico, dovranno fornire la loro versione dei fatti in merito alle contestazioni della Procura che ha coordinato le indagini. Gli avvocati non hanno ancora sciolto le riserve e svelato se i loro assistiti risponderanno alle domande del giudice o sceglieranno la strada del silenzio.
L’operazione, scattata all’alba di venerdì, oltre all’arresto dei tre, si è tradotta in 40 perquisizioni e all’iscrizione sul registro degli indagati di altre 29 persone. A finire in carcere, con l’accusa di detenzione e traffico di sostanze stupefacenti, un 60enne, ex buttafuori residente nel centro storico, considerato il capo della banda. Il più «carismatico» secondo gli investigatori, seppur incensurato con ‘agganci’ negli ambienti criminali, che si riforniva di 150 grammi di cocaina a settimana in Puglia e Campania. Il suo braccio destro, un 40enne di Campobasso anche lui finito dietro le sbarre, si occupava invece dei ‘rapporti’ con i pusher e gli assuntori. Infine per un 30enne, stretto collaboratore dei due, sono scattati gli arresti domiciliari nella sua abitazione del centro storico.
Zona ‘scelta’ per lo spaccio dalla banda perché luogo impervio e difficilmente presidiabile militarmente. A casa di uno degli arrestati in particolare, il capo del sodalizio, come emerge chiaramente dalle risultanze investigative dei Carabinieri, veniva conservata la cocaina, tagliata, suddivisa in dosi e spacciata ad ogni ora del giorno e della notte.
Dalle indagini è emerso che i tre arrestati avevano posto in essere una fiorente attività di spaccio di cocaina, e in misura minire eroina, hashish e marijuana, utilizzando spesso le proprie abitazioni come basi logistiche per la preparazione dello stupefacente in dosi nonché punti di cessione ai vari consumatori, senza sdegnare la consegna a domicilio, creando, il tal modo, una vera e propria piazza di spaccio nel centro storico di Campobasso.
Le dosi venivano ordinate facendo ricorso a telefonate, sms e chat che precedevano l’incontro per la cessione. Sempre in chat venivano ordinate le dosi, fissato il prezzo di acquisto, nonché stabilito il momento dello scambio.
Nel corso dell’attività d’indagine sono stati sequestrati circa 150 grammi di cocaina (con un grado di purezza fino al 90%) pari a circa 340 dosi mentre sono state circa 3000 le cessioni di stupefacente documentate dagli investigatori.