I fatti risalgono al 31 gennaio 2019 quando un detenuto 40enne di origini romane, di ritorno da una visita medica presso l’ospedale cittadino, tentò la fuga dal carcere di via Cavour.
Fortunatamente, però, la disperata corsa dell’uomo non durò a lungo: i tre agenti che erano con lui riuscirono ben presto a bloccare il fuggitivo a pochi passi dall’ingresso dell’istituto penitenziario.
In quell’occasione uno dei tre agenti intervenuti, per evitare che l’evaso tentasse di nuovo la fuga o che ci fosse qualcun altro ad ‘attenderlo’ all’esterno, gli puntò la pistola d’ordinanza al volto.
La scena, ripresa da un passante, venne subito condannata dall’opinione pubblica e da alcune associazioni locali perché ritenuta fin troppo “estrema”. La notizia, all’epoca dei fatti, ebbe inoltre una grande eco mediatica: le immagini fecero il giro del web finendo anche su telegiornali e testate nazionali.
Quello che doveva essere un lieto fine, dunque, non è stato altro che l’inizio di un incubo per il poliziotto protagonista della vicenda. L’agente, infatti, ha dovuto subire non solo un duro processo mediatico, ma anche un procedimento penale – in cui ogni accusa nei suoi confronti è stata ben presto archiviata – e un provvedimento disciplinare che, finalmente, da ieri, può dirsi definitivamente concluso. Ad annunciarlo con soddisfazione il sindacalista Pompeo Di Sisto, segretario interregionale della Fns Cisl Molise che spiega: «Tutti ricorderanno quel 31 gennaio 2019 quando un collega della Polizia penitenziaria dell’istituto di Campobasso venne sospeso dal servizio dopo essere finito alla “gogna mediatica” per fatti di cronaca accaduti durante la traduzione di un detenuto.
Purtroppo – aggiunge -, anche tra le rappresentanze sindacali di settore, ci fu chi usava quei fatti solo per alimentare la confusione nella confusione, ritagliandosi solo facile, quanto effimero, consenso tra i colleghi.
Noi della Fns Cisl Molise avevamo deciso di non partecipare a quella fase polemica e alla gara di comunicati sui giornali e sui social, ma invece iniziammo in silenzio ad assistere nella tutela di quel collega nonché iscritto, in tutto l’iter disciplinare in cui neanche parte dell’Amministrazione dell’epoca fece molto per evitargli tutti i guai che gli piovevano addosso.
Dopo un primo estenuante percorso – racconta il sindacalista – nell’ottobre 2019 il collega rientrò in servizio (dopo oltre 8 mesi di lunga sospensione), ma noi con lui abbiamo proseguito la battaglia per la verità su quei fatti che ancora non portavano spiragli di luce positivi.
Sicuramente – aggiunge – è stato di fondamentale importanza il supporto psicologico e di vicinanza che molti colleghi gli hanno prestato, però, nostro malgrado, a fronte della battaglia che si doveva affrontare, ciò non bastava.
Orbene – annuncia -, oggi, finalmente, quella verità è arrivata e con un decreto del presidente Petralia (capo del Dipartimento dell’amministrazione penitenziaria), dopo tanto impegno, il collega ha potuto avere giustizia, con l’archiviazione ed il proscioglimento dagli addebiti, con integrazione giuridica ed economica dal 31 gennaio 2019.
Abbracciamo soddisfatti Giuseppe – conclude Di Sisto -, convinti che la sua fiducia in noi, nella Fns Cisl Molise, era stata assolutamente ben riposta. Giustizia è fatta!».

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