Ha fatto scalpore in città la notizia che vede protagonista una coppia di neosposi del capoluogo che, a poche settimane dal fatidico sì, si è vista recapitare a casa una sanzione da parte della polizia municipale che addebitava loro l’imbrattamento della piazza e la strada antistanti il Comune a seguito del lancio di coriandoli, riso e confetti.
I neoconiugi, tramite il loro legale di fiducia, l’avvocato Stefano De Benedittis, hanno presentato ricorso davanti al giudice di Pace di Campobasso per opporsi al verbale, chiedendo, inoltre, l’annullamento sia della sanzione principale sia di quella accessoria.
«Il giudice – si legge in una nota dello studio legale -, accogliendo integralmente quanto dedotto negli atti di parte ricorrente, ha escluso la responsabilità dei neosposi, in quanto l’Ente non aveva dato prova del fatto che la condotta e il relativo evento potessero essere ascritti ai ricorrenti; ha, quindi, chiarito che agli stessi non potesse essere mosso alcun addebito per responsabilità “oggettiva” e per il solo fatto di essersi sposati.
Le norme sull’imbrattamento,infatti, tanto nel Codice Penale tanto nel Codice della Strada, richiedono un comportamento cosciente e volontario da parte di un determinato soggetto. Da ciò, ne discende che la polizia locale avrebbe dovuto individuare l’eventuale responsabile materiale dell’azione prima di elevare la sanzione.
L’opposizione al verbale, tra l’altro, si è resa necessaria, non solo per la sanzione principale – di per sé di modesto importo – ma, soprattutto, per l’importo, ben maggiore, di quella accessoria, consistente nel pagamento delle spese per il ripristino dello stato dei luoghi».
A chiarire i contorni della vicenda e il ragionamento giuridico che si cela dietro ad un provvedimento che ha smosso numerose critiche nei confronti dell’operato della Polizia Municipale è Giuseppe Marrone, componente rsu del Comune di Campobasso che spiega: «In Comune quel giorno si sono svolte due cerimonie, una alle ore 10, l’altra alle ore 12.
Al comando di Polizia Municipale è sopraggiunta una segnalazione da parte di un parente stretto della coppia relativa al secondo matrimonio in programma che lamentava la presenza di riso, confetti, ma soprattutto coriandoli, non solo all’ingresso di Palazzo San Giorgio ma anche nell’androne dell’ente e in Piazza Vittorio Emanuele II. Purtroppo la pattuglia non è potuta intervenire nell’immediato – racconta – poiché in quel momento era impegnata su un caso di incidente stradale. Gli agenti in servizio, intorno alle 12.45, ovvero quando anche il secondo matrimonio si era ormai concluso, sono giunti in Municipio per constatare la situazione.
Hanno dunque ascoltato alcuni dei testimoni presenti, tra cui l’usciere del Comune che tra l’altro, nell’esercizio delle sue funzioni, riveste anche il ruolo di pubblico ufficiale, il quale ha riferito che parenti e amici di entrambe le coppie di sposi – specialmente i partecipanti alla prima cerimonia – avevano contribuito all’imbrattamento dell’area.
Gli agenti hanno dunque acquisito copia degli atti che dimostravano quanto riferito dal pubblico ufficiale risalendo ai dati relativi ai due matrimoni.
Ovviamente – specifica – non sono potuti risalire al nome di chi ha materialmente causato l’imbrattamento, che resta vietato non solo dal Codice della strada e dal regolamento del Comune di Campobasso ma soprattutto dalle regole di civiltà e dal buonsenso di ogni cittadino.
Hanno dunque stilato una relazione e unitamente al documento è stata valutata la possibilità di contestare la sanzione amministrativa a chi era oggettivamente rinvenibile, addebitandogli l’azione non da trasgressore ma come responsabile in solido.
Questo, dunque, il ragionamento giuridico effettuato. Certamente si può disquisire su tale interpretazione, non ci sono dubbi – specifica – ci tengo però a sottolineare che la sanzione in questione era pari a 18 euro mentre per il ripristino dell’area, su chiamata del Comune, sono dovuti intervenire gli operatori della Sea, per una spesa pari a 50 euro, parliamo dunque di soldi dei contribuenti e dunque dei cittadini.
Chi si lamenta quotidianamente dell’operato della Polizia locale – aggiunge Marrone – dovrebbe sapere che è l’unico presidio a tutela del patrimonio del Comune e dunque dei cittadini di Campobasso. Per cui l’azione doverosa da parte degli agenti è conseguenza di tale concetto.
Personalmente – aggiunge – quando mio figlio si è sposato anche amici e parenti hanno utilizzato coriandoli, riso e confetti, con la differenza che subito dopo ho avuto cura di chiamare una ditta specializzata per ripulire l’area, perché lo ritengo un atto doveroso.
Detto ciò rispettiamo senza dubbio le decisioni dell’autorità giudiziaria, anche se allo attuale non abbiamo ancora la sentenza.
Ciò che spesso non risulta chiaro – precisa – è che gli agenti che operano sul territorio non lo fanno per consentire al Comune di fare cassa, come molti pensano, non è questa la ratio che muove il loro operato.
Spesso si ha una concezione distorta dell’operato della Polizia Municipale, perché non si conoscono tutte le dinamiche giuridiche, interpretative e amministrative ma ci si lascia influenzare da facili giudizi che il più delle volte, purtroppo, rasentano le “chiacchiere di piazza”.
La Polizia locale, ricordiamo – conclude Marrone -, è a presidio del Comune ergo dei cittadini di Campobasso. E ogni critica, per carità, è sacrosanta, purché venga fatta sempre e comunque con cognizione di causa».

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