Prosegue la campagna vaccinale in Molise: dopo medici, infermieri, operatori sanitari e over 80 è finalmente arrivato, nei giorni scorsi, il turno dei soggetti fragili e in condizioni di estrema vulnerabilità. Categoria in cui rientrano, tra gli altri, anche le persone con sindrome di Down. Purtroppo, però, al processo di immunizzazione che consentirebbe di spezzare la catena dei contagi sembra mancare un tassello fondamentale, ovvero la possibilità di somministrare il vaccino anche a chi, quotidianamente, lavora accanto a persone più fragili o si prende cura di loro. A sollevare la questione è la presidente dell’Aipd di Campobasso, Giovanna Grignoli, che torna per l’ennesima volta a sollecitare Asrem e istituzioni affinché venga garantito l’antidoto anche ai caregiver, agli operatori sociali e alle famiglie delle persone con sindrome di Down. Non solo, la presidente Grignoli prende anche una dura presa di posizione, annunciando la chiusura del centro diurno fin quando non saranno vaccinati tutti gli operatori: «Nel ruolo di responsabile dell’associazione persone Down di Campobasso – spiega -, torno ancora una volta a sollecitare quanto già richiesto agli Organi della Asrem e al presidente Torna fin dal 31 dicembre 2020, ripetuto 1’8 febbraio 2021, e ribadito nell’ultimo appello del 4 marzo 2021.
È finalmente iniziata la campagna di prenotazione della vaccinazione anti-Covid per le persone Down dai 16 anni in su (ovviamente sperando che arrivi, prima del virus, il vaccino!), ma non per i caregiver, né per i genitori e per gli operatori/educatori che quotidianamente sono a stretto contatto con loro: vaccinazione indispensabile, com’è ovvio comprendere, per la scarsa capacità (da parte delle persone che frequentano le strutture semiresidenziali) di calcolare appieno il “rischio” di contagio, e di rispettare le necessarie regole di prevenzione. La continuità di partecipazione agli interventi socio-educativi per le persone Down è fondamentale per mantenere un equilibrio sano, e l’assenza di frequenza ai centri diurni ha messo a dura prova il loro stato di salute.
Il ministro alla Disabilità, Erika Stefani, ha ribadito che è fondamentale mettere in sicurezza il
personale che opera con i disabili, così come già accaduto per le rsa e (aggiungo) come già avviene in altre strutture in altre regioni. Non sarebbe questo un passo doveroso per ridare un po’ di “normalità” a persone che hanno già un danno congenito?
Si fa pertanto presente – annuncia – che il nostro centro diurno “Casanostra” resterà chiuso (non so con la responsabilità da parte di chi!) fino a quando non verranno messe in sicurezza le persone che direttamente sono a contatto e operano quotidianamente con i disabili, che, oltre al deficit fisico naturale, rischiano di regredire sul piano psicologico, educativo, sociale. Si richiede conseguentemente, nell’ambito delle proprie prerogative di competenza, l’intervento risolutivo del problema con questa nota evidenziato».