Si sono schierati in maniera ordinata, come un esercito ‘silente’. Tra le mani gli strumenti del mestiere, spartiti, casse, microfoni e strumenti musicali, per ribadire la propria voglia di rinascita. Ieri mattina a Campobasso si è tenuto il flashmob dei professionisti dell’arte: poeti, attori, musicisti, ballerini, addetti ai lavori nei cinema e nei teatri, hanno deciso di scendere in piazza per simboleggiare la propria volontà di ripresa dopo uno dei più lunghi periodi di stop forzato mai vissuti prima dalla categoria.
Gli artisti molisani, così come quelli italiani, infatti, sono fermi da oltre un anno, ovvero dall’inizio della pandemia. Si tratta, infatti, di una delle categorie più penalizzate dall’emergenza Covid.
Ora, in vista dell’imminente riapertura di cinema e teatri, si inizia finalmente ad intravedere la luce in fondo al tunnel.
«La gestione del nostro settore è sicuramente discutibile – spiegano -, anche noi siamo lavoratori come tutti gli altri ma siamo stati messi da parte e dimenticati da tutti. Questo flashmob non vuole essere una protesta ma un simbolo di rinascita – il messaggio che lanciano – vogliamo solo tornare a fare ciò che più amiamo».
Una ripresa a piccoli passi, dunque, sperando di tornare presto alla ‘normalità’.
QUESTA sì che è una protesta sacrosanta, altro che le crociate per il mondo di movida e ristorazione! Un mondo che, tra l’altro, se mai fosse sfuggito a qualcuno, se non c’è l’operaio, il musicista, l’impiegato, in una parola il lavoratore, non apre neanche a morire. Chi parla delle crisi degli altri settori? E di quelle industriali? Abbiamo perso quasi del tutto il chimico, il siderurgico, l’automobilistico, continuiamo sconsideratamente a delocalizzare e dobbiamo indignarci se non possiamo prendere uno spritz? Da folli.