Il ‘cortocircuito’ è avvenuto a causa della diversificazione dei codici Ateco. E c’è da evidenziare che né il decreto Draghi, né la circolare diffusa dal Viminale sabato scorso, almeno per ora hanno fatto piena chiarezza sull’esatta applicazione della norma. I bar e i pub, al pari dei ristoranti, che hanno spazi all’aperto, possono restare aperti oltre le ore 18 solo con il servizio al tavolo? L’interpretazione prevalente, almeno in gran parte d’Italia e leggendo anche le testate nazionali, è orientata verso il ‘sì’. Eppure a Campobasso lunedì pomeriggio è scoppiato il caos: la Polizia municipale, nel corso dei consueti controlli, ha infatti invitato i titolari dei bar, anche quelli con i tavoli all’aperto, ad abbassare la saracinesca.
Cosa che invece, ad esempio, non è avvenuta a Termoli, dove il servizio è proseguito fino a poco prima delle 22, nel rispetto del coprifuoco.
Analizzando infatti il decreto del presidente Draghi, all’articolo 4 si legge: «Dal 26 aprile 2021, nella zona gialla, sono consentite le attività dei servizi di ristorazione, svolte da qualsiasi esercizio, con consumo al tavolo esclusivamente all’aperto, anche a cena, nel rispetto dei limiti orari agli spostamenti».
Ma nei ‘servizi di ristorazione’ sono inclusi i bar, i pub, e tutti i locali sprovvisti di cucina? No, secondo il codice Ateco che assegna alla categoria della ristorazione il numero 56.10, mentre ai bar, pub e alle attività senza cucina il numero 56.3.
Di qui l’intoppo che ha ‘spinto’ la Municipale a far chiudere le attività alle 18. Eppure, la circolare diffusa dal Viminale sabato scorso aggiunge un ulteriore chiarimento, come rimarcato anche dal presidente di Mio Molise, Movimento imprese ospitalità Paolo Santangelo. All’articolo 4 la circolare precisa infatti che «la norma in esame, a decorrere dal 26 aprile 2021, consente, in zona gialla, lo svolgimento delle attività dei servizi di ristorazione con consumo al tavolo esclusivamente all’aperto e nella fascia oraria compresa fra le ore 5,00 e le ore 22,00. Fino al 31 maggio p.v., pertanto, relativamente agli esercizi pubblici di somministrazione di alimenti e bevande, (riguarda tutte le attività come da art. 5 della 287/91), il servizio al banco rimarrà possibile in presenza di strutture che consentano la consumazione all’aperto. Si ritiene opportuno precisare che, per effetto della permanenza in vigore delle disposizioni di cui al d.P.C.M. 2 marzo 2021, non espressamente derogate dal decreto-legge in commento, continua ad applicarsi la limitazione contemplata dall’art. 27, comma 1, del citato d.P.C.M., secondo cui il consumo al tavolo e consentito per un massimo di quattro persone, salvo che siano tutte conviventi. Analogamente, restano confermate le altre disposizioni di cui al citato art. 27 in quanto non in contrasto con la novella legislativa, e in particolare quella che fissa alle ore 18,00 il limite orario entro il quale e consentito l’asporto ai soggetti che svolgono come attività prevalente (come servizio bar) una di quelle identificate con codice ATECO 56.3. (Bar, Pub, Enoteche, attività senza cucina). Fino al 31 maggio 2021 per gli esercizi di somministrazione di alimenti e bevande, il servizio al banco sarà possibile in presenza di strutture che consentano la consumazione all’aperto. Il consumo al tavolo è consentito per un massimo di quattro persone, salvo che siano tutte conviventi. Alle 18:00 è fissato il limite orario entro il quale è consentito l’asporto ai soggetti che svolgono come attività prevalente una di quelle identificate dal codice Ateco 56.3».
Dunque, oltre le 18 è vietato solo l’asporto per i bar e i locali, ma non il servizio al tavolo.
Dopo il caos di lunedì pomeriggio diversi titolari di attività, insieme alle associazioni di categoria, si sono rivolti al Comune per chiedere chiarimenti sull’operato della Municipale. L’amministrazione ha così deciso di porre il quesito alla Prefettura che, a sua volta, ha sottoposto la questione direttamente a Roma. Insomma, si attendono ancora chiarimento sulla corretta applicazione della norma. Intanto ancora una volta ci sono stati due pesi e due misura, con i bar di Campobasso – almeno quelli sottoposti al controllo della Municipale – chiusi dopo le 18, mentre quelli di Termoli ed altri comuni hanno continuato a lavorare.

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