Le dichiarazioni rese all’Inps e attestanti – falsamente – la residenza in Italia potrebbero finire nel mirino degli inquirenti. Potrebbero diventare il grimaldello per scardinare quella che si configurerebbe come una vera e propria organizzazione, la stessa che potrebbe aver aiutato i 224 furbetti del reddito di cittadinanza, per lo più cittadini somali e nigeriani, ad avere l’accesso alla misura di sostegno al reddito.

L’articolo completo è disponibile sull’edizione di Primo Piano Molise oggi in edicola.

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