È lì dove ci si conosce tutti, si è davvero comunità, che cresce forte e potente la solidarietà. Ed è accaduto nel piccolo comune di Santa Maria del Molise: ieri mattina sindaco, vicesindaco e assessore sono partiti alla volta di Napoli per andare letteralmente a prendere 22 profughi ucraini che sono adesso ospiti del villaggio ‘La casa del fanciullo’ gestito da don Peppino, un sacerdote napoletano che ha aperto le porte e ha chiesto aiuto a Michele Labella il quale non se l’è fatto ripetere due volte.
Dieci donne, undici bambini e un anziano, ospiti nel capoluogo campano di un residence destinato all’accoglienza dopo l’arrivo in Italia in fuga dalla guerra, ieri mattina si sono fatti trovare tutti pronti, con le poche cose che erano riusciti a mettere in buste e valigie nel momento della fuga dalla guerra. I bimbi, sorridenti e allegri finalmente, hanno ricevuto peluche e giocattoli. Alle donne sarà di certo scesa qualche lacrima, tutto questo affetto commuove anche chi non scappa dalla guerra. Poi di nuovo sul pulmino, alla volta del meraviglioso Molise che non si tira mai indietro quando c’è bisogno di aiutare. Una sosta al ristorante, poi. Il sindaco ha invitato tutti a pranzo: un modo affettuoso di regalare un momento di normalità in una situazione che di normale non ha davvero nulla. Insieme, a tavola, per ritrovare il senso della comunità che si stringe attorno a chi ha più bisogno. Altri profughi raggiungeranno nelle prossime ore Santa Maria del Molise, sono in viaggio da Kiev in direzione Napoli per poi raggiungere il Molise. Il villaggio di padre Giuseppe potrà accogliere fino a cento ospiti.
«Sono arrivati senza nulla, portando con loro solo la speranza di tornare al più presto nella loro terra – spiega il sindaco Labella -, si prevede l’arrivo di 50, 60 ucraini che saranno tutti ospitati presso il Centro Cabenus in località Brecciata, gestito da don Giuseppe Carmelo, il nostro don Peppino. Ci appelliamo a tutti i cittadini di Santa Maria del Molise ma anche dei comuni vicini, invitandoli a mostrare tutta la loro solidarietà nei confronti di questo popolo sfortunato. Servono abbigliamento, calzature, borse, assorbenti, pannolini, latte in polvere, latte a lunga conservazione, pasta, olio, acqua, viveri preferibilmente a lunga conservazione e ogni altra cosa potrà essere utile. Ora non lasciamoli soli, facciamo sentire il nostro affetto con azioni e aiuti concreti». Chi volesse contribuire all’accoglienza potrà contattare il Comune che fornirà le indicazioni sui punti di raccolta.

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