Venerdì 27 maggio, ore 12, Tribunale di Frosinone. Fra tre giorni, nel corso di una udienza Gip, si procederà ad affidare l’incarico relativo a quello che è nei fatti il primo incidente probatorio nell’ambito del femminicidio di Romina De Cesare, la 34enne uccisa dal fidanzato Pietro Ialongo, reo confesso, il 2 maggio scorso nell’abitazione di via del Plebiscito a Frosinone.
Si comincia con l’analisi del traffico telefonico delle utenze intestate ai due ex fidanzati ma potrebbe essere verificato anche quello di altre persone, che a vario titolo potrebbero avere avuto contatti con i due che, come ormai noto, vivevano ancora sotto lo stesso tetto nonostante non fossero più una coppia da qualche mese.
E si aggiunge anche un altro capo d’imputazione per Pietro Iaolongo, il 38enne richiuso fin da subito nel carcere di Latina: omicidio volontario aggravato dal regime di coabitazione e stalking. Questa la decisione assunta in queste ore dal pubblico ministero che si occupa del caso, Barbara Trotta.
Una volta affidato l’incarico, si procederà all’estrapolazione dei dati relativi alle ultime ore di quella giornata drammatica. E quindi potrebbero emergere nuovi aspetti d’indagine che fino ad oggi non sono noti.
Come ad esempio il coinvolgimento – a vario titolo – di altre persone, posto che non sarebbero solo due, quelle della vittima e del suo assassino, le utenze da ‘scandagliare’. Non solo telefonate ricevute e inoltrate ma anche eventuali chat, messaggi whatsapp, quello che potrebbe essere stato cancellato.
Lo scorso 10 maggio è stato invece conferito l’incarico alla Polizia Scientifica di Roma per l’accertamento sul Dna da estrapolare dai campioni prelevati alla vittima e sui reperti rinvenuti nell’abitazione di via del Plebiscito dove Romina e l’ex fidanzato ancora convivevano e dove la tragedia si è compiuta.
Si attende ancora per la fissazione dell’incidente probatorio che riguarda la ricostruzione dinamica dell’omicidio (per il quale la difesa di Ialongo, rappresentato dall’avvocato Vincenzo Mercolino potrebbe nominare un perito di parte).
E si attende di conoscere la decisione del tribunale del Riesame di Roma a seguito dell’istanza avanzata proprio dalla difesa circa la richiesta di arresti domiciliari per Ialongo, presentata lo scorso 16 maggio.
ls