Alle accuse di un ente allo sbando, arrivate come una bordata dai consiglieri provinciali di opposizione, il presidente dell’ente di via Berta risponde con un siluro che sembra destinato a minare i rapporti che fino ad ora hanno contraddistinto l’attività istituzionale dell’ente.
In una nota firmata da Angela Perpetua, Claudio Falcione, Cristofaro Carrino e Franco Marcovecchio, la Provincia (e quindi il suo presidente, Alfredo Ricci) viene messa sotto accusa relativamente a tre argomenti: la chiusura del presidio turistico, il destino della biblioteca e la vertenza terzo lotto della Fresilia. Il vertice dell’ente di via Berta non risparmia uguali bordate ai suoi ‘accusatori’ soprattutto alla luce della mancata conoscenza di quelli che sono i settori di competenza della Provincia, fra i quali – grazie alla Delrio – non rientrano più né turismo né cultura.
I quattro consiglieri ricordano che «il 21 aprile 2021, il presidio turistico provinciale riapre al pubblico grazie a ad una soluzione tampone che solo la “perizia” del presidente Ricci e il “buon cuore” dell’assessore Cotugno erano riusciti a far venir fuori dal cilindro. Il centro, si è detto, sarebbe stato in grado di assicurare servizi utili al turista, un presidio che è diventato, grazie alle persone che in questi anni hanno lavorato con impegno e professionalità. Parole bellissime. Peccato che dopo poco più di un anno il presidio chiude nuovamente i battenti in attesa, forse, di nuove elemosine di una politica regionale evidentemente campobassocentrica, sola al traguardo grazie ad una politica provinciale distratta e assuefatta. Solo qualche giorno fa, infatti, la Regione – continuano i consiglieri – ha comunicato alla Provincia di Isernia il formale avvio delle procedure per la revoca del finanziamento per la realizzazione del terzo lotto della Fresilia. Una strada di importanza vitale per alcune aree interne della Provincia, in quanto essenziale per urgenze come, ad esempio, le malattie tempo-dipendenti. Ma che la situazione stia davvero sfuggendo di mano al presidente Ricci ne hanno avuto prova tutti coloro che la scorsa settimana hanno appreso che tutti i servizi posti della biblioteca provinciale sono stati interrotti per mancanza di personale. In molti si sono affollati presso la sede di via Berta per riconsegnare i libri presi in prestito ma non c’era nessuno preposto a tale servizio e continuavano a girovagare nel caos più totale. Un servizio, quello della biblioteca, molto attivo; lo sanno bene studentesse e studenti che ricercano letture per passione e studio e che oggi chiedono a gran voce che vi sia, finalmente, una gestione moderna del loro diritto alla cultura e all’istruzione. Ma ciò comporta una programmazione, una vision che, in sinergia con la Regione Molise, renda giustizia ad una Provincia, quella di Isernia, lontana non solo da chi intende l’orgoglio molisano come in realtà un orgoglio di una parte della nostra regione, ma anche di chi dovrebbe contrapporgli un orgoglio provinciale, forte e chiaro».
Alfredo Ricci non ci sta, affatto. «Insomma, è un’attestazione dell’esistenza politica dei consiglieri di minoranza – esordisce nel tardo pomeriggio -, ogni tanto devono giustificare il proprio ruolo evidentemente. Ma farebbero bene a documentarsi meglio, anzi – l’affondo – c’è qualcuno che di certo è informato ma preferisce dire cose che fanno comodo. Qualcuno parla sebbene sappia come stanno le cose. Ci sarà modo di argomentare al meglio le vicende quando arriveranno in Consiglio provinciale – sbotta Ricci – ma sarà il caso di chiarire che relativamente al terzo lotto della Fresilia, come ormai noto e ne avete parlato su Primo Piano, la Provincia è intenzionata ad andare fino in fondo e, posso anticipare, c’è una interlocuzione con la Regione nella persona del presidente Toma proprio in queste ore perché l’intervento vada in porto. Cerchiamo una soluzione che per me è dirimente e i sindaci interessati, mi preme chiarirlo, sono tutti compatti rispetto all’iter che abbiamo avviato. Se qualcuno vuole parlare, affronti gli errori commessi in passato, dal mio predecessore e anche prima. Qualcuno chiarisca come mai il tracciato sia pieno di vincoli e chi c’era allora l’abbia fatto partire comunque. Sul presidio turistico e la biblioteca, sembra abbiano scoperto l’acqua calda – s’infervora Ricci -. Dal 2014 le Province non hanno più le funzioni in materia di Turismo e di Cultura, lo dovrebbero sapere i consiglieri provinciali… Se siamo riusciti a mantenere due servizi in cui io credo fortemente è solo perché nel dicembre del 2019 ho chiesto e ottenuto un contributo specifico. Non avendo tali funzioni, la Provincia non può spendere un euro per questi servizi, mi pare chiaro. Quel contributo ottenuto allora è stato spalmato e stiracchiato all’inverosimile fino a quando è terminato. Ho richiesto di poterne avere un altro, ho suggerito di rendere tale contributo sistemico, quindi di istituzionalizzarlo. Condivido l’obiettivo di salvaguardare i servizi, sia chiaro, e non perché debba riportare qualche amico in Provincia. C’è qualcuno che è abituato ad aspettare le soluzioni, io le cerco e lavoro per centrare gli obiettivi».
ls