Provata, in stato confusionale, Irma Forte – la 66enne accusata di aver ucciso il marito, il 72enne Carlo Giancola, la mattina della vigilia di Natale – ha incontrato ieri mattina i suoi legali, gli avvocati Giuseppe De Rubertis e Demetrio Rivellino. In caserma, nel comando provinciale dei Carabinieri dove è entrata da un ingresso secondario, avrebbe dovuto rispondere alle domande del pubblico ministero, Marco Gaeta che si occupa delle indagini con il coordinamento del procuratore della Repubblica, Carlo Fucci. Ma lo stato di prostrazione, le difficoltà che si sono subito materializzate davanti ai legali con i quali non sembra nemmeno sia riuscita ad affrontare quanto accaduto solo qualche giorno fa, hanno fatto propendere per la scelta di avvalersi della facoltà di non rispondere. E così, intorno a mezzogiorno, Irma Forte è stata riaccompagnata in casa di un parente molto stretto dove attualmente è ristretta agli arresti domiciliari. I legali sono stati autorizzati ad incontrare la propria assistita, avranno così modo – fin dalle prossime ore – di provare a definire i contorni di una vicenda che al momento è ancora tutta da chiarire. Intanto, ieri pomeriggio si è appreso che questa mattina, a mezzogiorno, si terrà l’udienza del giudice per le indagini preliminari per l’interrogatorio dell’arrestata e per decidere sulle richieste di convalida dell’arresto e della misura cautelare formulate dalla Procura.
Una famiglia normale, all’apparenza: così viene descritto il nucleo familiare scosso dal terribile fatto di cronaca avvenuto intorno alle 10 del 24 dicembre scorso. All’apparenza perché, secondo quanto avrebbero raccontato i vicini, questa normalità avrebbe invece nascosto una coppia con grandi difficoltà di dialogo e di convivenza, minata – a quanto è parso di capire – dal carattere dell’uomo che potrebbero avere un ruolo di primo piano in questa terribile vicenda.
Sembra essere questa la prima traccia sulla quale avviare la ricostruzione di quanto accaduto la mattina della Vigilia di Natale, nella casa di via XXV Settembre nel centro storico di Santa Maria del Molise.
Un racconto, questo, emerso dalle dichiarazioni di alcuni conoscenti della famiglia che avrebbero spiegato che quella normalità era, appunto, solo apparente descrivendo la vittima come un uomo autoritario, poco incline al dialogo, gravato da qualche disturbo che ne avrebbe reso il carattere ancor più difficile da gestire.
Reduce da un paio di ricoveri, recenti, per le complicanze conseguenti un incidente automobilistico, Carlo Giancolo, uomo chiuso e molto religioso, avrebbe trascorso una lunga convalescenza anche a casa. E solo una settimana fa, sarebbe stato visto in parrocchia, sulle sue gambe. Lì era una specie di factotum. Secondo la prima ricostruzione di quello che sembra essere un omicidio, l’uomo sarebbe stato colpito alla testa da un corpo contundente al momento non ancora individuato.
Nel verbale di sequestro, notificato ai legali De Rubertis e Rivellino, risulterebbero esserci l’abitazione di via XXV Settembre (che potrebbe celare al suo interno l’arma del delitto), un paio di pantofole e un telefonino.
E forse qualche dettaglio in più, in grado di definire quella vita all’apparenza normale, potrebbe arrivare dalle cartelle cliniche dell’uomo che potrebbero essere richieste dalla difesa della donna.
Una situazione familiare non proprio facile, come avrebbero raccontato alcuni conoscenti della famiglia: la donna ieri mattina, nel corso del primo incontro con i legali, non è però riuscita a raccontare né quanto accaduto in casa, in quello che avrebbe dovuto essere un giorno di festa e di serenità, né il contesto nel quale quello che viene rubricato come un omicidio sarebbe maturato.
Di certo un aspetto rilevante per la definizione della vicenda sarà l’autopsia, già fissata dalla Procura: è attesa la nomina del medico legale e di certo gli avvocati che difendono Irma Forte nomineranno un proprio consulente.
La Procura di Isernia, come ormai noto, ha aperto fin da subito un’indagine per omicidio volontario: l’unica indagata al momento risulta la moglie che, la mattina del 24 dicembre, avrebbe colpito l’uomo alla testa. I figli, arrivati in casa sembra allertati dal nipote dell’uomo, si sarebbero trovati di fronte ad una scena inimmaginabile. Immediatamente è partita la telefonata ai Carabinieri, intorno alle 10 del mattino.
I militari «si sono resi conto che non si trattava di una morta naturale o accidentale – le parole del procuratore Fucci -. Dall’analisi dei luoghi e del corpo inerme, gli indizi emersi hanno indotto ad ipotizzare che si trattava di un omicidio. Il cadavere presentava delle ferite al capo mentre la moglie versava in uno stato confusionale». Una situazione che ha motivato il trasferimento al pronto soccorso del Veneziale e che, anche ieri mattina, non ha consentito ai legali di poter interloquire con la propria assistita. Le indagini avviate immediatamente e dirette dal Procuratore della Repubblica Carlo Fucci e condotte dal magistrato di turno che si è recato sul posto per il sopralluogo e per la prima constatazione della scena del delitto, supportate dai primi rilievi tecnici dei carabinieri del Comando provinciale di Isernia, «hanno fatto presumere la responsabilità della moglie convivente».
La donna dopo essere stata accompagnata al Veneziale in forte stato di choc perché gridava, piangeva e si rivolgeva ai figli, è stata successivamente dichiarata in arresto e, su disposizione della Procura, accompagnata agli arresti domiciliari presso l’abitazione di un familiare (sembra il fratello, ndr), sempre nel piccolo comune di Santa Maria del Molise. Gli inquirenti hanno continuato a setacciare l’abitazione e lo spazio antistante, i cassonetti dell’immondizia, le aree verdi limitrofe alla ricerca dell’arma che la donna avrebbe utilizzato quella mattina per colpire l’uomo alla testa. Ancora da chiarire le responsabilità perché la donna non avrebbe confessato il delitto, il movente e il succedersi degli eventi e di quei minuti nei quali si è consumata una tragedia che è familiare ma anche di una intera comunità.
ls

Commenta

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

*

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.