È oggi il giorno in cui il Consiglio regionale si confronterà in sede istituzionale sul progetto Pizzone II: arriva oggi, infatti, all’attenzione di Palazzo D’Aimmo la mozione del Pd che ha come principale obiettivo la pronuncia della massima assise sul progetto di centrale idroelettrica avanzato dall’Enel e che coinvolge un’ampia parte della Valle del Volturno e, per il versante molisano, il lago di Castel San Vincenzo. E proprio dal piccolo comune guidato dalla sindaca Marisa Margiotta è arrivata la prima pronuncia istituzionale: il Consiglio ha detto no, ufficialmente, all’ipotesi di realizzazione della centrale di ripompaggio al centro del progetto presentato dall’Enel al Mase e attualmente sospeso.
Ieri mattina, i delegati del Coordinamento nato per sostenere le ragioni del no alla centrale di Pizzone II in maniera unitaria, hanno fatto il proprio ingresso a Palazzo D’Aimmo. Dando seguito all’attenzione verso le istanze del territorio e delle sue strutturazioni sociali, economiche, associazionistiche e civiche che il Consiglio regionale presieduto da Quintino Pallante ha inteso rafforzare, i delegati del Coordinamento hanno incontrato l’ufficio di presidenza, i capigruppo, i presidenti delle commissioni consiliari e i consiglieri regionali che hanno inteso partecipare al momento di confronto sull’argomento sul quale si è acceso un potente faro all’inizio del mese di settembre.
«I rappresentanti del Coordinamento – si legge nella nota stampa del Consiglio regionale – hanno espresso ai vertici dell’assemblea legislativa tutta la preoccupazione per la realizzazione del progetto dell’Enel che coinvolge gli invasi di Castel San Vincenzo e Pizzone. Un’iniziativa che per il Coordinamento non può e non deve trovare realizzazione sia sul piano sostanziale che formale. Grosse perplessità, infatti, sono state espresse per quanto riguarda l’impatto che il progetto avrebbe sul territorio, sul suo complesso e fragile ecosistema, che, come è stato evidenziato, già ha impiegato diverse tempo per rigenerarsi ed inglobare gli invasi realizzati varie decine di anni fa, sulle iniziative turistico-ricreative in atto o in evoluzione, sull’ambiente particolarmente ricco e variegato che accoglie la presenza di specie rare e a rischio estinzione, ma anche su quelle che sono le progettazioni e le iniziative in programma per l’intera area dell’Abazia di San Vincenzo al Volturno e delle importanti evidenze storiche-artistiche che conserva. Parimenti – continua il comunicato stampa – sono state evidenziate sia le criticità che l’iniziativa dimostra rispetto alle previsioni del vigente Piano regionale delle acque della Regione Molise, che la contrarietà espressa dal Parco nazionale d’Abruzzo. I rappresentanti del Coordinamento hanno quindi chiesto ai consiglieri una ferma posizione politica dell’organo assembleare regionale rispetto al progetto e all’impatto che esso potrebbe avere sul tessuto sociale, economico e naturalistico dell’area interessata e in generale per la provincia di Isernia e per tutto il Molise. Gli stessi rappresentanti, infine, hanno anche chiesto una seduta straordinaria sul tema del Consiglio regionale, da svolgersi proprio nei luoghi interessati dal progetto.
Gli esponenti del Consiglio regionale (erano presenti oltre al presidente Pallante, i consiglieri Cavaliere, Cofelice, Di Baggio, Di Pardo, Greco, Facciolla, Fanelli, Niro, Passarelli, Romano, Sabusco e Salvatore) hanno quindi rivolto delle domande al coordinamento ed espresso delle valutazioni politiche e tecniche sulla questione. Il presidente Pallante nel ringraziare gli intervenuti per gli elementi raccolti che saranno certamente utili ad ogni consigliere per formarsi o per fortificare la propria posizione politica in merito e per poterla, nel caso, esprimerla in atti sostanziali conseguenti». Il presidente Pallante si è detto favorevole ad accogliere la richiesta di un Consiglio regionale da tenersi proprio sul territorio coinvolto dal progetto, ferma restando la necessità di procedere prima alla verifica della fattività di una simile iniziativa sul piano procedurale.
Il Coordinamento, per parte sua, ha commentato così l’incontro che si è tenuto nella sede del Consiglio regionale e che arriva dopo l’incontro che anche Enel aveva avuto con i consiglieri e la Presidenza.
«Abbiamo approfondito le enormi criticità ambientali e territoriali del progetto, a partire dal “buco” di 10 chilometri che dovrebbe essere scavato nel cuore delle montagne protette dal Parco Nazionale d’Abruzzo Lazio e Molise, con la produzione di 975.000 metri cubi di inerti. Già solo questo basterebbe per bocciare “senza se e senza ma” la proposta di Enel, i cui impatti non sono mitigabili con qualche piccola modifica progettuale. Aggiungiamo l’impatto dei cantieri, previsti per anni, sulla salute delle persone con polveri, rumore e altre emissioni.
Noi difenderemo questi splendidi luoghi, auspichiamo che il Consiglio Regionale della regione faccia lo stesso».
Martedì scorso, nel corso del sit in promosso dal Coordinamento davanti al Consiglio regionale, c’è stata anche una interlocuzione diretta con il presidente della Regione, Francesco Roberti.

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