Il Consiglio regionale ha detto no. Passa la mozione che impegna il presidente Roberti a ribadire – visto che il parere reso dalla Regione al progetto è già stato negativo – la contrarietà alla realizzazione della centrale Pizzone II. L’aula di Palazzo D’Aimmo ha quindi spiegato, con il proprio voto, da che parte si colloca nella partita che si sta giocando sul territorio della Valle del Volturno. Un patrimonio ambientale, naturalistico, archeologico e con una spiccata vocazione turistica che verrebbe ad essere stravolto dalle opere altamente impattanti che la costruzione e poi la messa in funzione della centrale avrebbero su una vasta area che coinvolge anche il Parco nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise oltre che territori ricadenti in aree protette.
Il caso lo ha portato in Aula la mozione presentata dai consiglieri regionali del Pd.
«La centrale di Pizzone II non deve essere realizzata – commenta la consigliera Alessandra Salvatore, prima firmataria dell’atto -. Questo il messaggio che parte dal Consiglio Regionale del Molise, che ha votato, all’unanimità dei presenti, la mozione che è stato possibile arricchire grazie alle osservazioni, puntuali e di alto profilo tecnico, che sono arrivate non solo dalle strutture tecniche di tanti degli enti coinvolti (ente Pnalm e Regione Molise in primis), ma anche dal coordinamento No Pizzone II che ringrazio per la preziosa attività di documentazione e di informazione che sta svolgendo sul territorio. Un grazie sentito a tutti i consiglieri regionali che hanno sostenuto attivamente la mozione, e a tutti quelli che l’hanno votata. L’auspicio è che Enel, come hanno dichiarato i suoi dirigenti in audizione, a fronte di questo no, rinunci ad un progetto che non può trovare spazio in un’area tanto meravigliosa quanto delicata, soggetta a vincoli stringenti ed a tutele rinforzate, già inserita formalmente dalla Regione Molise tra quelle non idonee alla realizzazione di impianti idroelettrici, e che subirebbe, in caso contrario, conseguenze irreparabili e, per molto aspetti, drammaticamente imprevedibili».
Nello specifico il provvedimento evidenzia quello che ormai è cronaca quotidiana da quasi due mesi e che anche il lavoro delle redazioni giornalistiche, a caccia di documenti (come ad esempio la notizia del debito che Enel ha nei confronti della Regione Molise per il mancato pagamento dei canoni concessori per circa 6 milioni di euro, oppure le integrazioni richieste dal Ministero della Cultura solo per citarne alcuni) contribuisce a illustrare giornalmente ai cittadini del Molise.
Come è noto, Enel Produzione SpA ha presentato al Mase un progetto (attualmente sospeso e lo sarà fino al 13 gennaio) per la realizzazione, attraverso il riutilizzo dei due invasi esistenti di Montagna Spaccata e di Castel San Vincenzo, di una nuova centrale da 300 MW da installare in galleria, con condotte forzate e l’adozione di turbine reversibili (pompe-turbine) a velocità fissa e variabile installate in caverna.
Il Consiglio regionale prende atto della posizione espressa da associazioni, enti e comunità locali. La voce del territorio, quella che martedì scorso aveva chiesto al presidente Roberti un segnale. Posizioni contrarie che si sono evidenziate fin dalla presentazione delle osservazioni al progetto, così come la norma consente: dalla Regione Molise alla Provincia di Isernia, dai comuni interessati alle associazioni, ognuno per le proprie competenze e responsabilità ha espresso parere negativo. Ma non tutti sembrano pensarla così. E la partita quindi non sembra affatto chiusa.