Enel riapre la partita con il progetto Pizzone II bis, illustrato ieri dai tecnici della società all’amministrazione comunale di Castel San Vincenzo nel corso di un incontro durante il quale sembra non siano mancati attimi di tensione.
Cambia il progetto, e pure radicalmente. Riparte l’iter e quindi a breve, al massimo 15 giorni, tutti gli enti interessati (dal Mase alla Regione, ai Comuni, all’Ente parco e così via) riceveranno la nuova proposta progettuale avanzata da Enel Green Power per la realizzazione della centrale idroelettrica.
Qualche informazione può essere anticipata: la centrale non avrà più una potenza da 300 MW ma passerà a 150 MW. Inoltre, l’oscillazione del livello di invaso (che era uno degli argomenti maggiormente dibattuti per le ripercussioni sul lago di Castel San Vincenzo e sull’attrattività turistica di cui gode) passerà da 5 a due metri e mezzo.
Terzo tema: si prevede una riduzione del disboscamento del 90 per cento e gli sbancamenti da un milione di metri cubi dovrebbero scendere a 600mc con il riutilizzo totale del materiale di scavo.
La galleria, poi, dovrebbe essere realizzata a quota più alta rispetto alla falda, saranno notevolmente ridotte anche le aree di cantiere (da 8 passeranno a 2).
Non sarà realizzato un nuovo elettrodotto, non si utilizzerà esplosivo per gli scavi in galleria, sarà effettuato uno studio specifico per l’intorbidimento delle acque dei due invasi di Montagna Spaccata e di Castel S. Vincenzo e sarà redatto anche un piano di opere compensative in favore del Comune. Il che, tradotto in parole povere, potrebbe significare una serie di opere infrastrutturali che Enel potrebbe realizzare per lo sfruttamento turistico del lago, per dire, oppure una speciale scontistica per i residenti del Comune per l’utilizzo dell’energia elettrica.
Di tutto questo si è ragionato ieri pomeriggio. Enel ha in pratica confermato di aver tenuto conto, nell’elaborazione del secondo progetto redatto per la realizzazione della centrale idroelettrica, di tutte le osservazioni e delle contestazioni che sono arrivate nei tempi previsti dalla presentazione dell’istanza di valutazione di impatto ambientale e di incidenza al ministero per l’Ambiente e la Sicurezza energetica, datata 7 agosto. Confermando, forse, che quelle osservazioni sono state utilissime per mettere su carta un progetto più sostenibile (almeno a quanto appare dalle informazioni in possesso in questo momento).
Sembra che entro un paio di settimane al massimo, Enel Green Power quindi ripartirà con l’iter del caso e di conseguenza si aprirà una nuova finestra per ulteriori osservazioni al Pizzone II bis, il progetto redatto (pare) da una società svizzera.
Qualche momento di tensione, raccontano i beneinformati, si è levato nell’aula consiliare dove aveva luogo l’incontro: il coordinamento No Pizzone II non è sembrato affatto intenzionato a cedere, nemmeno (pare) di fronte alle decise modifiche apportate dai progettisti e che sembra siano la diretta conseguenza delle decine di osservazioni pervenute.
Gli attivisti del Coordinamento No Pizzone II anche ieri hanno presidiato il Comune del piccolo centro dove era in programma l’incontro con Enel Green Power: per il fronte del no non sembrano esserci spazi di manovra. Contrarietà al progetto «sotto qualsiasi forma presentata, in nome dei principi costituzionali e delle leggi sulla protezione del territorio, della flora, della fauna e dello sviluppo sostenibile di tutta l’area interessata dal progetto. Se Enel ha dovuto rivedere il progetto originario – hanno spiegato lunedì – è avvenuto per via delle tante evidenze che hanno dimostrato l’insostenibilità dell’opera, soprattutto sul piano dell’impatto ambientale. Non si lascino incantare i molisani, rappresentanti dei cittadini a vari livelli istituzionali, dalle strategie con cui Enel sta cercando di raggiungere il consenso, basate su contrattazioni individuali e promesse di laute ricompense. Invitiamo le Istituzioni a rigettare con forza ogni ipotesi di progetto, sebbene modificato! La bellezza del nostro territorio, l’integrità del suo ecosistema non possono essere oggetto di scambio!»
L’incontro avvenuto ieri con gli amministratori comunali è prodromico ad altri confronti con i territori e con la Regione Molise, così come avvenuto a settembre in Consiglio regionale durante l’audizione con i capigruppo.
Dal Molise (territori e Istituzioni) e anche dal vicino Abruzzo, il no al primo Pizzone II è arrivato forte e chiaro. Ora toccherà studiare il Pizzone II bis ed esprimersi di conseguenza. Una cosa è certa: Enel non intende rinunciare, anzi.

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