«Chiariamoci subito: se l’incontro con i funzionari dell’Enel è stato riservato ai consiglieri di maggioranza e di minoranza un motivo c’è. E questa decisione non può giustificare gli epiteti vergognosi rivolti a tutti gli amministratori da un cittadino pizzonese. Prima, durante e dopo l’incontro, verso i colleghi di maggioranza e di opposizione».
Non le manda a dire il sindaco Vincenzo Di Cristofano dopo l’onda di polemiche che lo hanno coinvolto: colpa della decisione di inibire l’accesso nella sala consiliare agli attivisti del Coordinamento per il No alla centrale idroelettrica che Enel Green Power vorrebbe realizzare sul territorio.
Un motivo c’è, ed è legittimo: a differenza dell’incontro avuto a Castel San Vincenzo il 28 novembre scorso, questo che si è tenuto a Pizzone l’altro ieri è durato molto meno ma ha fornito molti dettagli in più. Perché Enel ha portato – dietro specifica richiesta – informazioni che diversamente non avrebbe potuto fornire per ragioni di riservatezza.
I funzionari hanno illustrato, attraverso slide e simulazioni in 3D, informazioni ancora ‘sensibili’ che sono contenute nel nuovo progetto – il Pizzone II bis – per il quale l’iter partirà presto, in luogo del vecchio che ormai è finito nel cassetto di quelli che non si realizzeranno.
«Se non avessimo fatto questa scelta – spiega il battagliero sindaco Di Cristofano – Enel non avrebbe condiviso con noi queste informazioni per ovvi motivi. Dati oggettivi e non teorici quelli sui quali l’intero consiglio è stato informato. E sono quelli che io ho preteso. Ma, mi piace ricordarlo a tutti, ho già messo nero su bianco che a seguito della riunione che consiglieri di maggioranza e di minoranza hanno avuto con Enel, sarà organizzato un incontro con la cittadinanza alla quale verranno fornite tutte le informazioni.
Perché le decisioni le deve prendere chi vive su questo territorio 365 giorni all’anno. Non chi viene con il cagnolino al guinzaglio, a fare il week end».
Caustico, sì, ma nei fatti anche realistico il sindaco Di Cristofano. Al quale il Coordinamento non ha risparmiato bordate (vedi articolo in pagina, ndr).
«Ma scusi – dice – se vedono ombre, forse sono i primi adombrati… Oggettivamente, la nostra scelta ha pagato: la riunione ha permesso di avere le informazioni di cui avevamo necessità e che condivideremo con la comunità. L’esito della riunione che si è tenuta a Castel San Vincenzo mi pare sia stato molto diverso: è durata sette ore e mezzo, i tecnici Enel sono stati continuamente interrotti da un atteggiamento ostruzionistico che non ha consentito di chiarire nel concreto i dettagli del nuovo progetto e le modifiche apportate.
Noi oggi, di certo, abbiamo informazioni in più e queste aiuteranno ad affrontare la vicenda assieme alla comunità. Ma, attenzione, qui il campanilismo non c’entra. Ho già sentito la sindaca di Castel San Vincenzo, Marisa Margiotta, perché ritengo che anche noi amministratori si debba avere una sola voce che ci consentirà di essere più forti, con Enel e con le Istituzioni coinvolte.
E guardi che io, con Enel, ho litigato perché ho sollecitato gli aggiustamenti utili per l’intero comprensorio. Non solo per Pizzone. Noi siamo chiamati a fare l’interesse dell’Ente che amministriamo. Ci accusano di essere arroccati nel palazzo, bene: ho una squadra di giovani consiglieri che stanno tutto il giorno in Comune, noi non abbiamo personale, facciamo tutto. Sì, è vero, siamo arroccati in Comune ma perché lavoriamo lì – aggiunge, con una punta nemmeno tanto velata di sarcasmo -. Io non sono per i no ideologici, oltre i quali non ci sono alternative. E non seguo nemmeno le onde del momento. Se avessi voluto cavalcarle, mi sarei fatto un bel selfie con la scritta “No Pizzone” e oggi non saremmo qui a parlarne. Qui servono i fatti. E poi, ma chi l’ha detto che il Coordinamento rappresenta tutta la comunità, mi scusi? Si tratta di persone ideologicamente collocate, che non vivono nemmeno qui. Noi abbiamo la necessità di sopravvivere, stiamo morendo e ci siamo stancati di aspettare quello che sarà».
Contesta su tutta la linea anche la ricostruzione fatta dagli attivisti. Lei è un sindaco che sfugge alla sua comunità?
«Stamattina (ieri, ndr) ho partecipato alle celebrazioni per il nostro patrono. Ho incontrato i miei concittadini e le persone ritengono che io abbia assunto la decisione giusta per gestire la vicenda. Ma non è questione di medaglie. Qui, lo ripeto, è questione di sopravvivenza. E non solo di Pizzone ma di un’intera area.
Il Coordinamento per il No non può arrogarsi il diritto di rappresentare tutti i cittadini. Chiariamoci, non sono il Ponzio Pilato della situazione: il nuovo progetto, in vece di quello che non esiste più, ha risolto le problematiche più impattanti e mi riferisco ovviamente al nostro comprensorio, non solo al mio comune. Quindi da oggi ragioniamo su fatti concreti».
Con Enel si sarà affrontato, ovviamente, anche l’argomento ‘opere compensative’ che potranno sostanziarsi, ad esempio, nella realizzazione di infrastrutture importanti per la comunità, per il suo futuro.
«Appunto, ma quale bar – rilancia il sindaco, punzecchiando il Coordinamento che ha fornito questa versione dei fatti -; si tratta della direzione da dare allo sviluppo».
Intanto, nell’ottica del fare rete, la questione pare essere a questo punto: con la sindaca Margiotta, il primo cittadino di Pizzone ha avuto un confronto telefonico proprio l’altra sera.
Con il sindaco di Alfedena sembra che le strade non siano propriamente identiche ma c’è da dire che Enel ancora non illustra il nuovo progetto all’amministrazione comunale (lo farà nelle prossime ore, come Primo Piano ha anticipato nell’edizione di ieri, ndr).
E con il Parco nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise?
«Non ho discusso – commenta Di Cristofano – ma devono capire che se per causa loro naufraga il vascello, noi chiederemo conto. Come lo chiederemo alla Regione Molise. Guardi, il Pnalm ha progetti fermi da decenni, come quello per l’area faunistica per l’orso sulla quale noi puntiamo per essere attrattivi. Per portare gente. Se faranno affondare il vascello, io andrò a bussare e chiederò, per la mia comunità, cosa c’è dopo il loro no. Ho apprezzato molto il nuovo presidente della Provincia, che non è della mia stessa parte politica e che non ho appoggiato – commenta senza filtri il sindaco di Pizzone -: ha detto che è un progetto da perorare. E lui è un geologo, non è solo un amministratore. La verità è che siamo tutti impegnati nella difesa del nostro territorio, lo facciamo ogni giorno. E siamo impegnati nel dare un futuro a chi vive il territorio, a chi vuole restare. E servono i fatti, non gli slogan».
lucia sammartino