Poco più di un mese per la discussione, fissata in una sola giornata. E poi la sentenza. Si avvicina il giorno della verità – ovviamente quella processuale – per Pietro Ialongo, il 40enne accusato di aver ucciso la ex compagna, Romina De Cesare, uccisa con 14 coltellate nella notte tra il 2 e il 3 maggio del 2022.
Si torna in aula il 21 marzo, quindi, ultimo tassello – procedurale – di una vicenda terribile ma la giornata di ieri ha cristallizzato una verità che sarà difficile smontare: nell’aula della Corte d’Assise del Tribunale di Frosinone, è stato escusso il dottor Peppino Nicolucci al quale il presidente del Tribunale ha affidato – nel novembre scorso – la consulenza psichiatrica sul quarantenne richiuso nel carcere di Frosinone e accusato di omicidio volontario aggravato dalla coabitazione e di stalking.
Pietro Ialongo, secondo la relazione del dottor Nicolucci, quella notte in cui ha ucciso la sua ex fidanzata era capace di intendere e di volere. La sua sarebbe una personalità ossessivo-narcisistica ma, secondo la consulenza resa e di cui ieri si è trattato dettagliatamente in Tribunale, non evidenzierebbe profili che configurerebbero patologie psichiatriche.
Anche ieri, come sempre, ad ascoltare di nuovo il racconto dell’orrore il papà di Romina, Mario, assistito dai legali di famiglia, Danilo Leva e Fiore Di Ciuccio. Composto come sempre nel suo dolore da fine pena mai, ha purtroppo ripercorso il suo incubo peggiore. Nel Palazzo di Giustizia di Frosinone anche gli avvocati dell’imputato, Vincenzo Mercolino e Riccardo Di Vizio, che hanno controinterrogato il consulente.
Un disturbo ossessivo-narcisistico quello che avrebbe rilevato il dottor Nicolucci che escluderebbe, quindi, quell’ipotesi che, seppure sfumata, ha allungato la sua ombra sul processo. Ialongo, quella maledetta notte, era o meno capace di intendere e di volere?
Per il consulente del Tribunale, l’omicida reo confesso era consapevole di quello che stava facendo nonostante non sia stato un delitto premeditato. Secondo il racconto che lo stesso assassino avrebbe fatto al dottor Nicolucci, il femminicidio sarebbe maturato al termine di una lite avvenuta per motivi economici ma l’assassino sapeva quello che stava facendo.
Quella sera Ialongo, che controllava ossessivamente tutti i movimenti di Romina e l’aspettava sveglio in casa per proteggerla a suo dire, le avrebbe chiesto la restituzione di una somma di denaro utilizzata per l’acquisto di una macchina. Un diverbio, che diventa lite e poi prima il tentativo di strangolarla e infine le 14 coltellate.
Nella sua consulenza, il dottor Nicolucci avrebbe evidenziato l’ossessione di Ialongo che, nel rapporto con Romina, si sarebbe manifestata negli atteggiamenti di possesso, in una gelosia straripante. Ma lo stesso consulente avrebbe anche chiarito come questa personalità ossessivo-narcisistica sia la conseguenza di una “estrema attenzione” che Ialongo avrebbe riposto negli anni sul proprio stato fisico, conseguente, come è noto, agli esiti di un incidente stradale in cui è rimasto coinvolto parecchi anni fa.
Tutta la vita di Ialongo, quindi, sembrerebbe condizionata da quell’evento che gli avrebbe anche causato stati ansiosi sì ma, come era stato spiegato in aula nel corso delle passate udienze, curati con una terapia farmacologica ‘da banco’ e per un lasso di tempo breve.
Ma l’attenzione sul proprio stato fisico, sull’impossibilità di “guarire” del tutto sembrerebbe aver offuscato la vita normale di un uomo, di una coppia, di un amore.
Quando il rapporto con Romina si è poi logorato al punto da non essere più tale, in Pietro potrebbe essere entrata in gioco la paura di restare solo, di non avere più una compagna.
E quindi ossessionato dal controllo, ha innescato la miccia della gelosia verso quella ragazza, dallo sguardo dolce, che nonostante le difficoltà e i momenti assai complicati degli ultimi mesi, era ancora in quella casa dove poi ha trovato la morte. Romina lo avrebbe lasciato per sempre: si era decisa a trovare un’altra casa, stava frequentando un’altra persona e sarebbe tornata dal papà di lì a qualche ora. Impossibile solo pensarlo, per Ialongo. Un addio da scongiurare con ogni mezzo. Anche con 14 coltellate.

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