È arrivato ieri, martedì 17 dicembre, il verdetto della Corte d’Assise d’Appello di Roma: confermata la condanna a 24 anni di reclusione per Pietro Ialongo, il 40enne accusato dell’omicidio volontario aggravato di Romina De Cesare, la 36enne originaria di Cerro al Volturno brutalmente uccisa con 14 coltellate nella notte tra il 2 e il 3 maggio 2022. Le motivazioni della sentenza saranno rese note entro 60 giorni.
Una decisione, ad ogni modo, attesa con ansia dalla famiglia De Cesare: il padre Mario e il fratello Anthony – che ieri erano presenti in aula anche in qualità di parti civili nel processo rappresentati dai legali Danilo Leva e Fiore Di Ciuccio -, hanno affrontato l’ennesima tappa di un percorso doloroso e senza fine. Un calvario iniziato quel tragico giorno di maggio, quando Romina fu ritrovata senza vita nell’appartamento di via del Plebiscito a Frosinone, poco prima che lasciasse definitivamente quella casa e la vita di Pietro Ialongo.
Il processo d’Appello era stato richiesto dalla difesa dell’imputato, rappresentata dall’avvocata Marilena Colangelo, con l’obiettivo di ottenere una nuova perizia psichiatrica per Ialongo e di riconsiderare l’accusa di stalking. La tesi difensiva, basata su un presunto disturbo paranoide che avrebbe compromesso la capacità di intendere e volere dell’uomo, è stata rigettata dai giudici. Analizzate le istanze, al termine della camera di consiglio, i giudici hanno infatti deciso di non accogliere il ricorso, confermando di fatto la condanna a 24 anni e quegli episodi di persecuzione e controllo ossessivo nei confronti di Romina – centinaia di messaggi, pedinamenti, insulti e comportamenti intimidatori – come prove già acquisite in primo grado.
La storia di Romina De Cesare è diventata un simbolo di lotta contro la violenza di genere, raccontata anche nella trasmissione Amore Criminale su Rai 3. Una vicenda segnata da un’escalation di ossessioni e atteggiamenti persecutori da parte dell’ex fidanzato, che culminarono nella furia omicida di quella notte.
«Non siamo più niente» – disse Romina pochi giorni prima della tragedia, in un video entrato negli atti del processo. Parole che testimoniano la determinazione della giovane donna a riprendersi la propria libertà, spezzata per sempre da chi non accettava la fine di una relazione.
Il verdetto di ieri arriva quindi come un segnale di giustizia, ma per la famiglia di Romina il dolore resta immutato. Una pena che nessuna sentenza potrà mai cancellare.