Ora è ufficiale: la Quarta Sezione del Consiglio di Stato ha accolto l’appello presentato da Regione Molise, Arpa Molise e Anas spa, ribaltando la sentenza numero 80 del Tar Molise che aveva di fatto sancito lo stop al Lotto Zero, annullando per l’effetto la proroga della Valutazione di impatto ambientale (Via) e l’autorizzazione paesaggistica per il progetto. Un ribaltone quasi clamoroso – se non fosse che negli anni la vicenda ne ha subiti parecchi – che oggi si traduce in un via libera per la realizzazione dell’opera fortemente sostenuta dal Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Matteo Salvini: una decisione, quella arrivata con sentenza numero 105/2025, che segna dunque un importante punto di svolta per il futuro dell’infrastruttura viaria che dovrà collegare il bivio di Pesche al Lotto 1 della SS17. Una strada lunga cinque chilometri e 45 metri che comprenderebbe anche due gallerie, otto viadotti e svincoli, per un costo complessivo di circa 135 milioni di euro.
Nei mesi scorsi il Consiglio di Stato aveva accolto l’istanza cautelare in virtù dell’appello proposto dalla Regione Molise, dall’Azienda regionale protezione ambientale Molise e dall’Anas, rappresentati e difesi dall’Avvocatura generale dello Stato, a cui si è aggiunta la società aggiudicataria dell’appalto, la Vianini Lavori, al ricorso presentato da Comune di Isernia e Wwf per verificare la regolarità delle procedure che hanno portato al rilascio delle autorizzazioni per l’avvio del cantiere.
Il Tar, dunque, aveva inizialmente dato ragione ai ricorrenti, ritenendo scaduta la Via rilasciata nel 2013, sostenendo che la proroga concessa nel 2021 fosse illegittima. Secondo il Tar, la scadenza quinquennale del provvedimento rendeva impossibile la sua estensione. Tuttavia, il Consiglio di Stato ha stabilito che la Conferenza di Servizi svolta nel 2016, durante la quale l’opera è stata approvata all’unanimità con la partecipazione delle autorità ambientali e paesaggistiche, ha confermato la validità della Via e degli atti connessi. Una procedura, dunque, che ha semplificato il procedimento amministrativo, producendo nel 2016 un risultato favorevole, sostituendo a tutti gli effetti gli atti autorizzativi richiesti.
In tal senso, spiegano i Giudici: «La complessità dell’azione amministrativa e la necessità di rifuggire da soluzioni eccessivamente formalistiche, quando non suffragate da adeguate e comprovate ragioni, consente di ritenere che i modelli di conferenza di servizi si integrano a vicenda al fine del raggiungimento dell’obiettivo pubblico nel miglior modo possibile e nel più breve tempo possibile».
Altro elemento chiave toccato dal Consiglio di Stato nella sentenza numero 105 è che il progetto sottoposto a proroga non ha subito variazioni rispetto a quello originariamente approvato. Questo ha contribuito a consolidare la posizione degli appellanti, che hanno ribadito la piena conformità dell’opera alle normative vigenti.
Il clamoroso ribaltone si era ventilato già all’accoglimento dell’istanza cautelare, dopo il ricorso in appello proposto dalla Regione, dall’Azienda regionale protezione ambientale Molise e dall’Anas, a cui si è aggiunta la stessa Vianini Lavori. Allora, infatti, fu sospesa l’esecutività della sentenza numero 80 del Tar, e di conseguenza erano riprese subito anche le attività di pre-cantieraggio, salvo poi fermarsi di nuovo per altri motivi, soprattutto in attesa della conclusione definitiva della vicenda giudiziaria.
In teoria, però – ma il condizionale è d’obbligo visto che si parla sempre di una vicenda caratterizzata da tante controversie -, il cantiere potrebbe ripartire, portando avanti un’opera che mira a snellire il traffico e migliorare i collegamenti in una regione spesso penalizzata proprio dal punto di vista infrastrutturale.

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