Clamoroso in via Berta: nei giorni scorsi, il Comitato nato sotto l’unica stella dell’annessione della provincia di Isernia all’Abruzzo ha ricevuto una comunicazione ufficiale dall’ente provinciale che solleva dubbi sulla procedibilità della richiesta, avanzata da oltre 5.200 cittadini firmatari.
La nota, a firmata del Segretario Generale della Provincia, evidenzia la mancanza di una proposta deliberativa allegata alla documentazione depositata dal Comitato. Secondo quanto scritto, tale assenza rappresenterebbe un presupposto imprescindibile per l’attività istruttoria e, di conseguenza, rende la procedura “improcedibile” allo stato attuale.
Non è tardata ad arrivare, però, la replica del Comitato, che nelle parole del presidente Antonio Libero Bucci ha espresso forte disappunto per il contenuto della nota, giudicandolo «non condivisibile». I promotori affermano che, contrariamente a quanto sostenuto dall’Ente, la proposta di deliberazione sarebbe stata chiaramente indicata nei documenti consegnati, nelle firme raccolte e nelle schede depositate.
Intanto, però, il presidente Daniele Saia ha convocato una riunione con il Comitato promotore del referendum per discutere i prossimi passi da intraprendere in relazione alla procedura referendaria. L’incontro si svolgerà oggi, 14 gennaio, alle ore 16:30 nell’ufficio di Presidenza di via Berta.
«Non è ben chiaro se si tratta di un documento di carattere interlocutorio o conclusivo del procedimento di richiesta referendaria – spiega però Bucci in riferimento alla nota ricevuta da via Berta -. Né si comprende se sia un documento che pone un ostacolo di natura burocratica o anche politica all’espletamento dei diritti costituzionali e statutari dei 5236 cittadini firmatari la richiesta di referendum, diritti previsti dall’articolo 132 della Costituzione Italiana e dall’articolo 25 dello Statuto della Provincia di Isernia.
Il contenuto della nota non è in alcun modo condivisibile – afferma – poiché in ogni atto prodotto dal Comitato, nel documento protocollato di consegna delle firme e finanche in ognuna delle 320 schede depositate è ben chiaramente espresso il contenuto della proposta di deliberazione per l’attivazione della procedura referendaria che si richiede all’Ente Provincia di Isernia.
Documenti anch’essi allegati alla presente – prosegue il presidente dell’organismo nato per sganciare il territorio pentro dal Molise -. Né il Comitato può ad esso sostituirsi nel processo deliberativo, non essendo organo politico dell’Ente Provincia di Isernia.
Pertanto il Comitato ha prodotto una richiesta di accesso agli atti prodromica alle azioni di natura civile, penale e di mobilitazione della popolazione, che saranno intraprese qualora si intenda la comunicazione di improcedibilità conclusiva del processo istruttorio ai sensi dell’Art. 2 della legge 241/90.
Se l’Ente Provincia di Isernia intende nella sua parte politica liquidare la richiesta di referendum di 5236 cittadini elettori in questo modo deve sapere che il Comitato non starà a guardare e che non si ripeterà come fu fatto nel 1963 lo sfregio ai dettami costituzionali fondanti la democrazia ed il vivere civile del nostro paese – conclude -. Pertanto il Comitato porrà in essere tutte le azioni e in tutte le sedi in difesa e in contrasto a questo intollerabile e definitivo attacco alla democrazia di questo Paese».
Si attendono dunque i futuri risvolti della vicenda che in questi mesi ha diviso in due l’opinione pubblica e politica, tra favorevoli e contrari all’iniziativa del Comitato. Oggi il presidente Saia dovrebbe infatti fornire ulteriori chiarimenti sulla questione, lasciando aperto il dibattito su quali saranno i prossimi sviluppi su un tema che non smette di accendere gli animi nel territorio.