L’amministrazione di Monteroduni sta per tributare il giusto riconoscimento a una personalità che si è spesa molto per tutta la comunità. Il procuratore capo della Repubblica di Isernia, Paolo Albano, domani diventerà un cittadino onorario del paese, attraverso una solenne cerimonia in programma al castello Pignatelli. Alle ore 17 si terrà una speciale seduta del consiglio comunale e all’ordine del giorno c’è proprio il conferimento di questa ‘onorificenza’ al magistrato che si è particolarmente impegnato, nel corso dell’ultimo anno, per riportare a casa la statua di San Michele Arcangelo.
Il procuratore Albano ha coordinato e gestito l’indagine che era partita dal furto della preziosa icona e che, dopo accurati accertamenti, è culminata col ritrovamento. Il 29 settembre scorso il Patrono è stato riconsegnato al sindaco e a tutti i monterodunesi, nel corso di una giornata dalle mille emozioni.
«Per il paese il ritrovamento è stato un evento grandioso – ha spiegato il primo cittadino Custode Russo -, perché quella è una statuina che è datata intorno al 1300 e quindi, al di là del significato e della simbologia religiosa, rappresenta l’attaccamento affettivo di tutto il paese , soprattutto perché San Michele è il nostro Patrono.
Abbiamo quindi voluto riconoscere l’impegno profuso dal procuratore Albano conferendogli a cittadinanza onoraria. Con lui abbiamo un rapporto speciale, che è nato sin da quando abbiamo promosso la presentazione del suo libro ‘La strage di Caiazzo’.
È una vicinanza che sentiamo molto e quindi abbiamo ritenuto opportuno e doveroso riconoscergli questa benemerenza, proprio per l’attività svolta in favore di Monteroduni».
Il rientro a Monteroduni di San Michele, proprio nel giorno dedicato al Santo Protettore, venne accolto da centinaia di persone che, con grande commozione, parteciparono alla cerimonia in piazza. La statuina era rubata circa due anni, nel gennaio del 2016, prima da una banda di esperti in furto di opere d’arte ed è stata recuperata dai carabinieri del nucleo tutela e patrimonio artistico di Roma nel corso di una vasta operazione su scala internazionale.
I militari, capitanati dal colonnello Marra, al termine dell’indagine hanno rinvenuto opere che erano finite dapprima nei mercatini, su tutti quello di Porta Portese, e poi nei salotti di noti collezionisti della Capitale.
L’attività era partita dall’analisi del territorio, dopo numerosi furti avvenuti in provincia di Isernia e nell’alto casertano. I ladri agivano indisturbati, soprattutto di giorno approfittando dell’assenza dei sistemi di sicurezza. Gli esperti ladri provenivano dalla provincia di Napoli e si erano organizzati appositamente per compiere furti nei piccoli borghi, scarsamente protetti da strumenti tecnologici come un impianto di videosorveglianza.
I riscontri hanno ricondotto i carabinieri a una sorta di filiera criminale che portava a ricettatori e compratori.
Valentina Ciarlante