Clamoroso (ma non troppo, considerando il contesto nazionale) alla Unilever: ieri mattina la direzione aziendale della grande multinazionale ha annunciato 41 licenziamenti. Lo stabilimento di Pozzilli, pertanto, verrà pesantemente ridimensionato. Verrà infatti tagliato il 20% della forza lavoro. Una delle società più grandi e più solide del Nucleo industriale della piana venafrana rivede le proprie strategie e annuncia l’avvio della procedura che certamente sarà “lacrime e sangue”.
La novità ha chiaramente e comprensibilmente allarmato operai e impiegati. La Rsu dello stabilimento – che si occupa della produzione di detergenti liquidi – ha subito annunciato che entro 7 giorni ci sarà un incontro con le organizzazioni sindacali per «entrare nel merito della procedura, dei numeri previsti e di quelli raggiungibili nel corso della trattativa». L’obiettivo, insomma, è arginare i danni magari limitando gli esuberi. Fatto sta che l’Unilever, nonostante abbia manifestato «massima disponibilità» verso le indicazioni e richieste che arriveranno dai sindacati non sembra ben predisposta a trattare più di tanto. Alla Rsu ed ai lavoratori ha fatto sapere che «l’intervento (cioè i licenziamenti, ndr) non è più procastinabile». Del resto, come segnalato dalla direzione aziendale, «le cause degli esuberi hanno natura strutturale e le eccedenze occupazionali conseguenti devono considerarsi cessate, non potendosi allo stato attuale ipotizzare soluzioni di natura e carattere temporaneo». Inoltre, le misure indicate con l’avvio della procedura ex mobilità finalizzate al «recupero dell’efficienza» e alla «riduzione del costo del prodotto» dovranno essere adottate e dovranno entrare a regime «nel minor tempo possibile», pena la «sopravvivenza del sito di Pozzilli».
L’Unilever ha spiegato ai rappresentanti sindacali che i motivi dell’azione avviata ieri sono determinati essenzialmente da «contrazione volumi di vendita (anche nei mercati europei) e di produzione; contrazione dei margini per la società; necessità di procedere ad una profonda riorganizzazione aziendale». Tra le altre cose, presso lo stabilimento alcune operazioni verranno automatizzate, altre esternalizzate. In questo modo i costi caleranno. Secondo alcuni lavoratori, l’azienda sta puntando ad alleggerire i costi e sostituire – in futuro in caso di ripresa – i dipendenti a tempo indeterminato e maggiormente tutelati da contratto collettivo nazionale con gli interinali. Nel dettaglio, alla Unilever sono “di troppo” 27 operai e 14 impiegati. La direzione aziendale ha spiegato che «il settore della detergenza di cui fa parte lo stabilimento di Pozzilli vive da qualche anno gli effetti di una profonda crisi dovuta principalmente ad un contesto estremamente competitivo caratterizzato sempre più da specialisti locali, da una forte concorrenza sul prezzo e da una rilevante dipendenza dalle promozioni che impongono all’azienda di adattarsi costantemente alle esigenze dei consumatori ed alle dinamiche del mercato». In particolare, «una delle produzioni più importanti per lo stabilimento di Pozzilli, i detersivi per piatti, ha perso il 4% in termini di vendite nel 2017 con conseguente riduzione dei margini». Non solo il 2017 però è stato un anno nero. A Pozzilli si sono registrati cali di produzione del 5% anno su anno con una riduzione di circa 37mila tonnellate.
Non solo lo stabilimento molisano è stato oggetto di rivisitazione del modello organizzativo però. Infatti, nelle settimane scorse pure la fabbrica di Sanguinetto (Verona) che produce dadi da brodo, cibo liofilizzato e confetture ha subìto tagli per una quarantina di unità. La multinazionale, insomma, punta all’ottimizzazione dei costi in tutti i siti produttivi del Gruppo.
Chiaramente, al di là delle strategie aziendali, per il territorio è un altro colpo ferale. L’auspicio è che sia il governo regionale che quello nazionale possano intervenire per porre un freno ai tagli.
Ric. Pre.
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