Une ferita che a poco meno di due anni dal ‘fattaccio’ non si rimargina, anzi si aggrava sempre di più.
Il furto dell’oro della Madonna di Vallisbona scoperto a Roccasicura nel settembre del 2016 crea ancora oggi grossi malumori in paese e adesso c’è un altro motivo che ha acuito la rabbia della comunità: il tentativo andato a vuoto di comunicare con la Curia di Isernia in merito ala costituzione di parte civile del Comune nel processo che potrebbe iniziare a breve. A rendere nota quella che ha definito «una situazione grave», è stato lo stesso primo cittadino. Nella giornata di ieri Fabio Milano ha inviato una lettera a tutti i roccolani per spiegare cosa sta accadendo in merito al procedimento penale che vede indagato l’ex parroco don Agostino Lauriola, indicato quale principale responsabile della sparizione degli ori del valore di oltre 100mila euro. Nel corso del primo appuntamento con l’udienza preliminare, a carico del sacerdote e dei suoi presunti complici (due ragazzi campani), il sindaco aveva depositato la delibera di giunta con cui si manifesta la volontà dell’ente di prendere parte al dibattimento in qualità di parte civile. La decisione sull’ammissione o meno è stata rinviata al prossimo 21 giugno, giorno in cui il gup stabilirà se rinviare a giudizio don Agostino e gli altri due indagati. Il primo cittadino in precedenza aveva più volte scritto al vescovo Cibotti sollecitando una presa di posizione simile anche da parte del vertice della diocesi
«Onde poter essere più preparato e conoscere tutti gli atti di indagine raccolti dalla Procura della Repubblica presso il tribunale di Isernia – spiega Milano -, non potendo avere accesso diretto al fascicolo del Pm, avevo fatto richiesta al difensore della Curia di farmi avere le copie del processo già in suo possesso. Trascorso qualche tempo senza risposta sollecito la richiesta. Il collega, a seguito di mie insistenze, mi dice che devo rivolgermi direttamente al vescovo di Isernia. Scrivo a Sua Eccellenza chiedendo un incontro con lui per affrontare tale argomento. Alla terza richiesta ricevo la seguente testuale comunicazione: “Caro Sig. Sindaco, ho spiegato all’avv. Vizoco che i miei superiori non vogliono che questi documenti siano condivisi. Anche perché sembra che il Comune non possa costituirsi parte civile, in quanto gli enti interessati sono solo la Parrocchia e la Diocesi, che sono parte lesa e già costituitesi presso il tribunale. Perciò mi dispiace, ma non posso concederle quanto richiesto”».
Il sindacoha spiegato a Cibotti di essere contrario rispetto alla sua valutazione e poi ha informato la comunità spiegando che non rinuncerà a essere parte attiva dell’eventuale processo e ha ribadito che farà tutto ciò che è in suo potere per contribuire a fare in modo che anche Roccasicura abbia giustizia.
«Il danno maggiore è proprio quello della comunità roccolana – ha spiegato a Primo Piano Molise -. Quegli ori erano stati donati di generazione in generazione e oltre al valore economico hanno un inestimabile valore sentimentale per tutti noi. Farò quanto è nelle mie possibilità per costituire parte civile il Comune di Roccasicura nei confronti di chi si è reso responsabile di un crimine così tanto offensivo per la comunità che rappresento. Ritengo corretto che tutta la popolazione roccolana sia resa edotta di quanto sta accadendo».
Valentina Ciarlante

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