È calato tra gli applausi dei tanti spettatori presenti all’ultimo doppio live il sipario sull’Eddie Lang Jazz Festival di Monteroduni.
Un’edizione 2018 che ha condotto nei giardini del castello Pignatelli artisti di fama internazionale i quali, serata dopo serata, hanno conquistato la platea con suoni che hanno spaziato dagli standard jazz, allo swing, alla bossa nova, fino ad arrivare alla fusion. La splendida location è stata arricchita da nomi quali il quartetto capitanato da pianista armeno Vahagn Hayrapepetyan, il trio dell’americano Greg Burk e poi ancora dalla world music di Frida Neri che ha aperto il concerto della star brasiliana Toquinho. In occasione dell’evento di sabato spazio alla prima performance in pubblico della Rinaldi&Controfusion Band e ai virtuosismi del grande sassofonista italiano Carlo Atti con il suo quartetto. E per finire un’ode alla tromba, col jazzista che ha iniziato la sua carriera spronato da Chet Baker, ovvero Tom Kirkpatrick, a seguire un omaggio alla chitarra col ‘Daniele Cordisco trio’ accompagnato dal grande musicista e compositore Giovanni Amato alla tromba.
Insomma un calendario variegato, ricco ed esaltante che ha decretato il successo di una manifestazione nata nel 1991 e che ha contribuito a far conoscere il jazz e diffondere la passione per questo genere tra tantissimi neofiti, oltre che tra gli appassionati.
La Regione, con l’assessorato al Turismo ha deciso di cofinanziare questa edizione e di valorizzarla anche in futuro.
Entusiasta il sindaco di Monteroduni Custode Russo per la riuscita della quattro giorni, organizzata dal Comune con la collaborazione della Stage Evo srl, della proloco e dei tanti volontari che hanno lavorato gratuitamente. «Il bilancio è più che positivo – ha dichiarato -. Il cartellone è stato di alta qualità e credo sia stata una delle edizioni più belle degli ultimi anni. Abbiamo dedicato molti sforzi alla manifestazione organizzata in soli 15 giorni, per questo a maggior ragione siamo soddisfatti. Il progetto è molto più ampio. Cercheremo di promuovere eventi non solo nel mese di agosto e speriamo che il festival abbia la giusta attenzione anche da parte della Regione che quest’anno, e anche in passato, si è messa a disposizione».
Domenica sera, in occasione del gran finale il trombettista di Springfield ma newyorkese d’adozione Tom Kirkpatrick,. Storico membro della Charlie Parker Memorial Band è noto per il suo tocco personale e per le tante collaborazioni con artisti famosi. Oggi risiede in Italia, a Ferrara, dove insegna. A Monteroduni si è esibito con Simone Pace alla chitarra, Luca Pisani al contrabbasso e Alberto Chiozzi alla batteria.
«È stata una bellissima serata – le parole di Kirkpatrick -. Stabilire un rapporto col pubblico è una parte dello spettacolo. Certo, la musica jazz è seria, ma ho voluto trasformare questa location in un piccolo locale, un night club come se fosse tanti anni fa con un’aria leggera, per creare relax. L’organizzazione è stata perfetta con l’ottima prestazione degli ingegneri del suono. Qui ho trovato tutti professionisti».
A chiudere l’Eddie Lang il grande ritorno di Daniele Cordisco, chitarrista considerato tra i più talentuosi d’Italia. A soli 30 anni può vantare premi e una carriera entusiasmante, avendo collaborato con grandi del genere come Gregory Hutchinson, Alexander Claffy, Danilo Rea, Shawnn Monteiro, Renzo Arbore, Denise King, Sarah McKenzie, Jerry Weldon e tanti altri.
Ospite d’onore della serata il trombettista di fama internazionale Giovanni Amato.
Il curriculum di questo colosso spazia dai grandi del jazz, come: Lee Konitz, Tom Harrell, Steve Grossman, Diane Shuur; ai grandi di altri generi, come: Mario Biondi, Gino Paoli, Toni Esposito, Alex Baroni e altri.
A completare quest’ensemble Antonio Caps all’organo hammond (Stefano Di Battista, Andy Farber, Fabrizio Bosso) e Giovanni Campanella alla batteria (Pat Bianchi, Ronnie Cuber, Gary Smulyan).
«È stato molto bello tornare a Monteroduni – ha commentato Cordisco – e la cornice è sempre più bella. Spero che questa realtà si espanda anche alla stagione invernale con concerti, masterclass e tutta una serie di attività che possano essere legate al nome di Eddie Lang e al jazz. Giovanni Amato è considerato uno dei migliori musicisti al mondo. Basti pensare che quando viene in Italia Tom Harrel, che è uno dei trombettisti più importanti dl panorama jazzistico internazionale lo invita puntualmente a suonare con lui. È stato un onore e anche una sensazione stranissima condividere il palco con una musicista del suo calibro».
«Ho trovato qui una bella accoglienza – ha commentato Amato -. Ricordo quando ho suonato qui negli anni ’90, forse era il 1996 e sono tornato con piacere. Sicuramente questa manifestazione dà il segnale che il jazz può piacere a un pubblico ampio».
Valentina Ciarlante

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