La riforma degli Enti locali del 1990, sulla carta, doveva servire a grandi Enti locali perché servissero servizi sempre più efficienti. La Provincia di Isernia, rispecchiando il trend nazionale, è formata da tanti micro comuni, a dispetto di qualsiasi criterio di razionalità ed economicità. Sono solo tre i Comuni a superare i 5.000 abitanti: Isernia, Venafro e Agnone; un solo centro oltre i 3.000 abitanti Frosolone, tutti gli altri attestati sotto tale quota. Il record lo detiene Castepizzuto con poco più di cento abitanti. Con un sistema così frazionato del territorio riesce difficile l’erogazione dei servizi necessari. Occorrerebbe procedere all’accorpamento dei piccoli centri, o almeno l’accorpamento dei servizi tra più Comuni, in modo da creare entità demograficamente più estese. Anche l’ANCI, l’associazione nazionale Comuni italiani, ha riconosciuto la necessità di rendere più logico e razionale l’assetto territoriale. Quando fu redatta la legge di riforma degli Enti locali si registrava troppo ottimismo. Con il passare del tempo, calandosi nella realtà,ci si è sbattuti col muso. Nessuna fusione spontanea di micro enti locali. E per i contribuenti continuano le spese improduttive, le tasse, i balzelli. A Castelpizzuto, un piccolo delizioso paese, sono rimasti in pochi, per lo più anziani. Negli ultimi è arrivato qualche migrante. Solo nel periodo natalizio o in estate ritorna qualche emigrato e il cuore del paese riprende a pulsare. Ma negli altri periodi dell’anno torna la tristezza. Solo un miracolo potrebbe restituire la fiducia a quelle poche persone rimaste, che ogni tanto ricevono telefonate o corrispondenza da parenti emigrati soprattutto in Canada. Eppure il paese può sfruttare le sue abbondanti acque. Se si riuscisse a fare sinergia con l’imbottigliamento delle acque naturale che sgorgano abbondanti sarebbe la chimera per il Paese. Sognare non è reato. Riusciranno nell’impresa i nostri eroi? Speriamo di si.