Sono passati ormai tre mesi da quando il fiume Carpino è esondato, rompendo gli argini.
Dopo un lungo e travagliato iter burocratico ad oggi il Governo non dichiara lo stato d’emergenza e invita la Regione ad attivarsi per far fronte urgentemente alle criticità.
Nella notte tra il 19 e il 20 novembre il Carpino esondò invadendo i campi circostanti e allagando diverse aziende del nucleo industriale di Pettoranello che nella circostanza riportarono danni per centinaia di migliaia di euro.
Il mese scorso, quando lo scioglimento delle nevi in alta quota e la pioggia incessante hanno ingrossato nuovamente il fiume, il sindaco Andrea Nini, stanco di risposte che tardavano ad arrivare, ha formalmente diffidato il governatore Donato Toma e il dirigente del Settore competente a realizzare gli interventi di riparazione dell’argine del fiume a provvedere alla ripulitura delle forme nella zona industriale.
Nelle scorse settimane la Regione ha accolto la richiesta di stato d’emergenza del sindaco e ha allertato con somma urgenza, attraverso la Prefettura, il Genio Militare affinché mettesse in atto interventi veloci. Di concerto con la Prefettura, Comune e Regione hanno fornito la documentazione del caso affinché il Genio Militare potesse fare un sopralluogo e una relativa relazione che ha poi spedito in Prefettura, autorizzando l’intervento. La Regione, dal canto suo, aveva promesso che appena dopo il via libera del Genio Militare sarebbero partiti i lavori. Ad oggi la Presidenza del Consiglio dei Ministri, in una nota alla Regione Molise, dichiara che «non risultano attivate le necessarie misure di mitigazione del rischio, determinando, di conseguenza, l’aggravamento dei fenomeni alluvionali, anche alla luce delle risorse rese disponibili con la delibera di Giunta regionale n.214 del 17 aprile 2018. A tal proposito – si legge ancora nella nota –, pertanto, si invita la Regione Molise ad attivarsi, con l’urgenza del caso, al fine di porre in essere adeguate iniziative dirette a fronteggiare la situazione di criticità».
Puntualmente, ogni volta che le piogge o lo scioglimento delle nevi ingrossano l’alveo del fiume, l’area industriale di Pettoranello torna a essere minacciata e, insieme ad essa, la già fragile economia del territorio. Ingenti i danni, infatti, per la maggior parte già quantificati, subiti dai titolari delle aziende presenti nel nucleo industriale, che tentano con ogni sforzo di sopravvivere alla crisi, e dai proprietari dei terreni invasi dall’acqua.
Non soltanto. In quell’area vivono anche delle famiglie e la zona ospita pure il polo scolastico di Infanzia e Primaria di Pettoranello.

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