Sono necessari ulteriori approfondimenti prima di decidere se il Comune di Monteroduni dovrà tornare al voto.
Questo quanto stabilito dalla Terza Sezione del Consiglio di Stato chiamato a pronunciarsi dopo che il Tar Molise, lo scorso 20 novembre, ha annullato le consultazioni del 26 maggio. In attesa dell’esito di tali verifiche, il sindaco Custode Russo resta in carica. Come è noto, le amministrative erano state vinte, con un solo voto di scarto, dall’attuale primo cittadino che diede così inizio al suo terzo mandato, imponendosi sull’avversario Nicola Altobelli per 696 preferenze a 695 al termine di una lunga notte di contestazioni.
La lista sconfitta ha deciso così, attraverso gli avvocati Ruta, Zezza e Romano, di presentare il ricorso amministrativo, poi accolto dai giudici del Tar. Subito dopo, Russo si rivolse al Consiglio di Stato, assistito dagli studi legali Di Pardo, Coromano e Scarano. I giudici, nei giorni scorsi, prima di entrare nel merito hanno stabilito servono ulteriori verifiche. «Ritiene il Collegio – si legge infatti nell’ordinanza – che la causa necessiti di approfondimento istruttorio. Detto approfondimento può disporsi a mezzo di verificazione da affidarsi al prefetto di Isernia, con facoltà del medesimo di delegare a funzionari in servizio presso la Prefettura. L’organismo di verificazione incaricato dovrà acquisire i verbali delle operazioni dell’ufficio elettorale delle sezioni n. 1 e n. 2 con tutti gli allegati; le liste elettorali maschili e femminili e liste elettorali aggiunte per i residenti con cittadinanza in paesi dell’Unione Europea relative alla sezione elettorale n. 2; le certificazioni mediche prodotte ex art. 41 DPR 570/60 ai fini del voto assistito». Dovrà inoltre relazionare sul numero di schede trasmesse dalla Prefettura di Isernia alla Sezione n. 2; sul numero di schede effettivamente votate, sul numero delle schede vidimate e non utilizzate e sul numero delle schede non vidimate sempre dalla sezione n. 2». Il tutto dovrà essere depositata entro il 15 febbraio prossimo. «Nelle more dell’udienza di discussione, il Collegio ritiene sussistano i presupposti, alla luce del fumus dei motivi di appello e dell’esigenza di evitare soluzioni di continuità nel breve tempo necessario all’accertamento definitivo dei fatti, per sospendere i provvisori effetti della sentenza gravata».

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